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WAITE, JOHN: DOWNTOWN JOURNEY OF A HEART

data

17/07/2006
69


Genere: Melodic Rock
Etichetta: Frontiers
Anno: 2006

Ebbene sì, anche John Waite è finito per accasarsi nel nutrito e lussuoso roster della nostrana Frontiers Records, aggiungendo ulteriore prestigio e qualità ad un parco artisti di tutto rispetto, che oramai può vantare pochi rivali nei meandri del classico rock melodico e dintorni. Un nuovo album per l'ex cantante dei Bad English quindi? A dire la verità non è propriamente così, per cui mi spiego meglio... "Downtown Journey Of A Heart" rappresenta, infatti, una raccolta di alcuni tra i maggiori successi dell'artista inglese, ri-registrati e ri-arrangiati con lo scopo di renderli quanto più possibilmente naturali e liberi da tutti i relativi fronzoli di produzione, quali ad esempio chitarre eccessivamente elettriche, sinth e campionamenti di vario tipo. Musica allo stato pseudo-naturale insomma, interpreata ottimamente da una voce sempreverde e tutt'ora in grado di emozionare come ai vecchi tempi, capace di muoversi con estrema disinvoltura su territori strumentali semplici come quelli qui proposti. Nel cd, oltre ai brani tratti dalla lunga carriera solista di John e dalle due songs provenienti dai progetti storici che lo hanno visto coinvolto ("When I See You Smile" dei Bad English e "Isn't It Time" dei The Babys), sono presenti inoltre due tracce sin qui inedite, alias la dolce ballad "St. Patrick's Day" e la cover di Bob Dylan "Highway 61", riproposta con buona vena nella sua nuova versione in studio. Ovviamente un'uscita del genere non può che provocare discussioni infinite tra la fazione di coloro che avrebbero voluto ascoltare un cd nuovo di zecca e quella che invece reputa quasi un crimine il riarrangiamento scarnamente acustico di grandi classici quali il sopracitato successo dei Bad English, ma dovendo fare il proprio lavoro imparziale di writer il sottoscritto opta, relativamente alla release qui discussa, per una valutazione positiva senza particolari scossoni, visto e tenuto conto che una collezione di questo tipo, almeno per i fans storici del singer d'oltremanica, potrebbe rappresentare una rilettura differente (e per questo degna d'attenzione) di pezzi che hanno costellato in maniera luminosa la storia del grande rock. Certo chi ha tutt'ora poca dimestichezza con la musica dell'ugola britannica forse è meglio che parta da altrove, per gli altri invece questo potrebbe essere un piacevole diversivo.

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