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TREAT: The Endgame

data

07/04/2022
84


Genere: Melodic Hard Rock
Etichetta: Frontiers Records
Distro:
Anno: 2022

I Treat, gloria dell'hard melodico in salsa svedese, sono in giro dal 1983 e si meritano, con buona pace di chi rimane ideologicamente ancorato al passato "sputando" a priori su ogni nuova uscita, tutte le "lusinghe" che la critica e i fan stanno riversando loro addosso dal grande ritorno con "Coup De Grace" del 2010, a 18 anni dall'ultimo disco. A quel lavoro ne sono seguiti altri due inappuntabili (soprattutto l'ultimo "Tunguska"), e questo ennesimo, nono della loro carriera, si inserisce nel fortunatissimo solco. C'è poco da fare, quando una band è coesa, convinta, ispirata e - soprattutto - piena di talento, la differenza con le decine di progettucoli che infestano il mercato di genere ogni santissimo mese si avverte eccome! Peter Mansson dona nuovamente alla band un sound eccezionale, potente e cristallino, mettendo in risalto gli arrangiamenti in un perfetto equilibrio tra tradizione e "modernità", e questo è sicuramente un valore aggiunto, ma la vera differenza la fanno i pezzi, e il livello qualilitativo costantemente medio-alto che permea l'hard rock deluxe degli scandi-rocker. È per questo che già l'opener "Freudian Slip" fa scattare il classico "sorrisetto" agli appassionati di genere, grazie ad un passo scattante e alle solite magnifiche e curatissime armonie vocali (vero marchio di fabbrica della band) con cui l'immarcescibile frontman Robert Ernlund conduce il pezzo. Ma non è affatto finita qui: "Rabbit Hole", con il suo riff alla Ratt/Dokken anni '80, rincara la dose con il solito impasto vocale infallibile (e vogliamo parlare degli assoli? Splendidi in tutto il disco, applausi per Wikstrom), e impossibile non citare anche la regale e malinconica "Both Ends Burning", i due singoli "Home Of The Brave" e "Carolina Reaper" (anthem semplicemente per-fet-to!) o le irresistibili "Jesus From Hollywood" e "Dark To Light", baciate da refrain da urlo e arrangiamenti di classe superiore. Chiude la parata di canzoni la sofisticata "To The End Of Love", tra assoli, cori al solito ineccepibili e credibile ispirazione. Inutile dilungarsi, i Treat hanno dimostrato per l'ennesima volta di essere al top della forma, ponendosi una spanna sopra molti colleghi che giocano al medesimo sport e sfornando un disco che per chi ama il connubio potenza-melodia, al netto dei sacrosanti gusti personali, risulta sostanzialmente obbligatorio. Grandissima band!

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