TODTGELICHTER: ANGST
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01/11/2010Tedeschi al terzo album in studio, e da poco accasati presso la nostrana Code666, i Todtgelichter propongono una sorta di post black metal molto personale che si presta alla modernità in materia di musica estrema, ma sotto una vesta alquanto nuova dato che la furia di matrice black è quasi sempre dettata dalla prepotenza degli strumenti, e non dal vortice convulsivo del genere in sè. Per capirci meglio, un nugolo di fraseggi ossessivi presi in presto dal post-rock e sparato velocità variabili su ritmiche ora cadenzate, ora tormentate. Ora schegge impazzite, ora la quiete, poi distorsioni, arpeggi liquidi, drammatiche melodie. Ora voce pulita, ora lo screming impietoso e sofferente che s'incunea sotto pelle fino a piazzarsi lì, in mezzo al petto, pronto a lacerarlo. Poi effetti, ambient, muscoli che improvvisamente cedono ad una calma mai consolatoria, e quando meno te lo aspetto un assolo da brividi si distende all'interno della struttura del brano rendendolo avvolgente. Un disco in cui è lecito aspettarsi di tutto: repentini cambi di tempo, di umore, d'atmosfera, di stile, di suoni e via dicendo. E senza mai perdere il filo che accomuna tutte le composizioni anche quando il registro sembra cambiare radicalmente. Nessun appunto per 'Angst', nessuno. Ogni cosa al suo posto mentre tutto sempre fuori posto, e quello che impressiona è che i Todtgelichter fanno ciò che vogliono con una naturalezza disarmante. E seppur l'album necessità di più ascolti per essere assimilato a dovere, fin dal primo ascolto emergono talento è capacità espressiva che si piazzano lì toste, spalle larghe, fiere, tra la mente ed il cuore pronte a farti quello che vogliono. Pronti a lasciarvi andare? Tornerete indietro, promesso, ma non come prima...
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