SYLVAN: PRESETS
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13/02/2007Accendi lo stereo. Chiudi gli occhi. Sogna... Ecco quello che bisogna fare al cospetto del sesto disco dei tedeschi Sylvan: lasciarsi andare in modo completo e fiducioso sulle note di "Preset", facendosi cullare dalla suadente voce di Marco Glühmann, sempre più carismatico ed inconfondibile album dopo album. Un lavoro molto melodico e malinconico, che di prog ha solo poche tracce (la title track per esempio) ma che comunque riesce ad ammaliare e conquistare, a mio avviso, anche gli ascoltatori più esigenti. Un songwriting cristallino e di ampio respiro si dipana per tutte e dodici le canzoni senza mai abbandonarci, coinvolgendoci in un caldo ed etereo abbraccio. Tecnicamente la band è di alto spessore, anche se le "sfuriate progressive", come detto, sono limitate a brevi accenni. Il quintetto teutonico ha quindi, a mio parere, sfornato un altro album degno di assoluta considerazione: è un vero peccato che, nonostante i ragazzi ce la mettano tutta, i risultati di pubblico e di considerazione a livello mondiale non siano pari al loro valore. Io continuo comunque a credere che un giorno i Sylvan possano veramente fare il grande salto, glielo auguro con tutto il cuore... Ed ora, lasciatemi solo a viaggiare di nuovo sulle note di "Presets", ci leggiamo al mio ritorno...
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