SOUL SECRET: 4
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16/05/2015Il terzo album in studio della band partenopea vale la consacrazione. I seppur molto validi precedenti dischi lasciavano intravedere margini di miglioramento che si consacrano con '4', nuova fatica che vede l'ennesimo cambio di etichetta, e l'ennesimo cambio di vocalist. E' proprio questo ultimo aspetto secondo noi a dare la svolta: i nuovi brani sembrano cuciti addosso a Lino di Pietrantonio, ugola melodiosa, mai melensa, e sempre funzionale alla causa. Nel complesso, invece, nonostante lo spettro dei Dream Theater sia sempre imperante - in alcuni casi anche troppo - ma mai ingombrante, questa volta i Soul Secret mostrano anche di avere personalità e di essere maturati sia sul piano compositivo, sia su quello esecutivo. Scelgono la strada della creatività e del lavoro sopraffino degli arrangiamenti a scapito di una tecnica sempre eccelsa, ma mai invadente. I tempi lunghi del concept album permettono di lavorare con cura maniacale su ogni dettaglio, ed allora via di intaglio, intarsio, innesto e via dicendo, portando a termine un disco che deve essere ascoltato più volte per essere metabolizzato interamente, ma che si lascia apprezzare molto anche se presi i brani singolarmente. Solo la conclusiva "The White Stars" non raggiunge l'eccellenza delle altre tracce, ma solo a causa della sensazione di stare ad ascoltare i troppi finali di un brano che va oltre i quindici minuti. Per il resto confermiamo quanto detto sopra, comunque degna conclusione di un album di gran livello, frutto di un gruppo che mira alla sostanza senza mai essere scontato, anche quando ci rendiamo conto fin da subito dove i Soul Secret vanno a parare. Se potessimo rinominare il titolo del disco, lo intitoleremmo '8 con lode.'
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