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PAIN OF SALVATION: Panther

data

19/11/2020
75


Genere: Prog Metal
Etichetta: InsideOut Music
Distro: Sony
Anno: 2020

Possono piacere o meno, ma è indubbio che i Pain Of Salvation non abbiano mai fatto un disco uguale all'altro, spinti dalla fervida creatività del proprio mastermind, il camaleontico Daniel Gildenlow (creatività che spesso ha preso spunto dalle vicende della sua intricata vita privata). Dopo il lavoro precedente, l'acclamato 'In The Passing Light Of Day', che aveva visto il gruppo recuperare sonorità metalliche e plumbee dopo le sperimentazioni rock degli ultimi anni, anche questo nuovo 'Panther' (un concept che è lode alla diversità) prosegue in una direzione simile, ma ancor più coraggiosa, alzando nuovamente l'asticella a livello stilistico/sonoro e rendendo l'album meno "digeribile" al primo impatto se paragonato al predecessore. È infatti "spiazzante" la partenza con la cupa "Accelerator", sostenuta da pesanti riff ritmati e abbondanti dosi di elettronica e synth, cosi come la spigolosa "Unfuture", puntellata su un riff pachidermo ed una rabbiosa prova vocale di Gildenlow. Si prosegue in questo solco tra voci filtrate ("Restless Boy"), sonorità moderne e parti electro simil rappate ("Panther") anche con alcune tracce successive, ma quel che colpisce e conquista è la capacità di "painofsalvationizzare" e far proprie tutte le sonorità che la band affronta, inglobandole all'interno della sua grande personalità. Quando poi il combo si cimenta con sonorità più "classiche", lo spettacolo è assicurato: "Wait" e i 13 conclusivi minuti di "Icon", infatti, sono uno spettacolo di intensità emotiva che non può lasciare indifferenti. I metallari tradizionalisti saranno inorriditi, ma per tutti gli altri questo è l'ennesimo disco ardimentoso e riuscito!

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