SKUNK ANANSIE: Paranoid & Sunburnt
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14/09/2010Ad ascoltarlo oggi col senno d’oggi fa sorridere e divertire tantissimo. Il disco di debutto della band inglese è sicuramente uno dei più rabbiosi e potenti che abbiano mai scritto. Palese che sia lontano dalla violenza scaturita da quel masterpiece intitolato 'Post Orgasmic Chill' che quattro anni dopo arrivò come un terremoto (così come ogni disco degli Skunk in effetti) nell’intero panorama musicale. Durante le registrazioni di questo cd la band ci presentava un sound senza fronzoli, giri di basso funky con assalti quasi metal figli dei RATM più distruttivi. L’opener, ormai un inno assieme a "Weak", oppure "Charity", "Little Baby Swastikkka", la scheggia impazzita di "It Takes Blood…", son tutti brani che ormai han fatto storia e mettono in risalto il mai troppo valorizzato lavoro dietro la batteria di Robbie France. Ricordiamo che ha partecipato alle registrazioni, ma non figura nella cover del cd. Nel 2005 è stato ristampato con l’aggiunta di un dvd contenente i video dei singoli. Tra l’altro, nota curiosa: chi più, chi meno (altri hanno dei remix), porta con sé una o più b-side. Ed è così che solo per questo 'Paranoid & Sunburnt', contiamo ben nove brani “scartati”. Paradossale forse fare il punto della situazione su dei brani che non sono effettivamente nel cd, fatto sta che mezz’ora di (altri) inediti, tra punk, incursioni heavy e quant’altro è un peccato non averle mai riunite in modo più “sincero”. Il debutto degli Skunks rappresenta inoltre un’impronta, una testimonianza a livello storico di una band che, almeno per quanto mi riguarda, non si è solo riunita per soldi (perché questo è risaputo ormai, lo fan tutti), ma anche per pubblicare materiale su materiale, fare tour senza fermarsi, far uscire un disco nuovo e così via. E dopo 15 anni eccoli nuovamente tra noi, incazzati come i tempi che furono, alla faccia delle reunion fasulle.
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