SKUNK ANANSIE: Post Orgasmic Chill

1999: quattro anni prima esordivano, e guardando tre anni indietro c’è 'Stoosh'. Due dischi che a riascoltarli dopo anni ci pensi e dici “uhm, questa volta mi sà che toppano”. E invece stenti a crederci che davanti due dischi così carichi e belli gli Skunk Anansie ti sparino in faccia l’ennesimo terzo disco perfetto. Si sa, non facciamo gli gnorri, e io personalmente non faccio discorsi da fan, o cavolate simili. 'Post Orgasmic Chill' è un disco per-fet-to. A trovarne cose venute male in questo disco significa essere proprio dei veri rompiscatole. O se proprio ci vogliamo divertire per un attimo a essere tali, beh una cosa si, ci sarebbe: quella dannata bonus track per l’edizione giapponese! E chi ce l’ha, vende il disco sempre a prezzi inaccettabili, ingiusti. Sin da 'Stoosh' la band aveva preso il buon vizio di intervallare alcuni brani con degli stacchi strumentali a fine/inizio canzone. E così anche in questo lavoro, il terzo della loro carriera, tra l’altro sotto la Virgin Records, momenti ora sognanti, ora brutali ("And This Is Nothing …"), vengono zittiti in un momento da loops, parti simil-tribali, effetti vari. Tutti conoscono "Charlie Big Potato", "Lately", "Secretly": si passa da lezioni di stile rock/heavy ("The Skank Heads"), a ballatone strappalacrime ("You’ll Follow Me Down", "I’m Not Afraid") che urlano in aria parole di libertà, vita, sogni, segreti: questa band racconta la vita e si racconta. Si spoglia: è ciò che si sente soprattutto in tre tracce, principalmente. Ovvero "Tracy’s Flaw", dal tono molto introspettivo, "We Don’t Need …" e "Good Things Don’t Always Come To You", minacciosa come non mai. Concludiamo la rubrica b-sides con quelle che comprendono i singoli della terremotante opener e di "Lately"/"Secretly". Nove brani dove emergono le splendide ballads "Breathing" e "Feel", la punk "Painkillers" e la quotatissima "The Decadence Of Your Starvation". Poiché, a quanto si legge in giro sembra essere la preferita dai fans (e hanno ragione!).