SKUNK ANANSIE: Stoosh
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14/09/2010Prolifica band gli Skunk Anansie: un anno dopo esce il successore di Paranoid & Sunburnt, e udite udite non si tratta di un flop, ma tutt’altro. 'Stoosh' è il cd che li manda dritti nell’olimpo dei grandi artisti della scena di quegli anni. Oltre a rappresentare il lavoro dove entra ufficialmente Mark alla batteria. Grazie anche alle canzoni di questo disco gli SA possono vantare numerosi seguaci sparsi nel mondo. La conosciutissima "Hedonism" (che ne parliamo a fare!), l’irrequieta "Twisted", e una delle mie preferite, "Brazen (Weep)", sono minuti di musica preziosi. Quello che voglio far capire attraverso questo breve excursus sulla band inglese con queste recensioni è il modo geniale, ma diretto e semplice, che avevano (al tempo) e hanno tutt’oggi di catturare il pubblico sia quando pestano come dannati, sia quando ci regalano dolci ballate ("Glorious Pop Song", "Pickin' On Me" o il capolavoro "Infidelity"). Ogni riff si incastra su una base insolita di arpeggi quasi dal gusto malinconico, spezzati quando meno ce lo aspettiamo (un po’ anche la traccia d’apertura) da distorsioni e ritornelli avvelenati ("She’s My Heroine"). Anche qui troverete, sparse tra i singoli, alcune b-sides. Stavolta tante quanto bastava per farci un album: ben dodici per quasi un’ora di inediti. Anche in questo contesto la band mostra il suo lato migliore, quello di un gruppo che riesce con facilità a proporre non uno, ma mille generi, un crossover dal forte tasso emotivo che si tratti di pezzi più punteggianti, o ballads scarne dove è la sola bella voce di Skin a farla da padrone. E pensare che tre anni più tardi sarebbe successo il finimondo...
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