RILUTTANZA: RILUTTANZA
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17/06/2011Disco di esordio per i nostrani Riluttanza che con questo album omonimo si presentano al pubblico di casa nostra (e non solo, si spera). Si parte subito con la ruvida e cadenzata "Scream Of Agony", un rozzo thrash death groovy e piuttosto semplicistico. Riff scialbi, da sussidiario, buoni solo a chiudere le battute. Al sottoscritto è venuto quasi un sussulto nel sentire la batteria in chiusura, a dir poco atroce per via della pessima registrazione. Col secondo brano, "Melancholy", anche peggio, riff elementari, registrazione penosa, riffing sbilenco. Con "Torment" i Riluttanza tirano fuori una certa anima black, con evidenti citazioni ai Necrodeath di 'Into The Macabre'. Il timore del sottoscritto è che questo pezzo rimarrà nella memoria soltanto per l'assolo al limite dell'inascoltabilità. Con la successiva "Insomnia" le cose non vanno tanto meglio, anche se l'attacco faceva presagire a risultati di gran lunga peggiori. Poi però ci si trova di fronte a un brano come "Deny Your God", qualcosa che non ci si aspetterebbe in un disco simile. Una canzone lunga, epica, atmosferica, con tanto di duetto voce maschile-femminile. Onestamente, le orchestrazioni sinfoniche e gli arrangiamenti sono la cosa migliore che si sente in 'Riluttanza', per quanto nettamente e incontrovertibilmente fuori traccia. Bisogna riconoscerlo: in "Revenge" e "Vision In Black" i sardi si danno leggermente da fare, con il basso martellante e i duetti vocali nel primo caso, le atmosfere black nel secondo. Restano, però, i problemi di fondo: registrazione pessima, che possiamo comunque capire poiché si tratta di emergenti senza etichetta, né soldi; ma per quei riff di chitarra antipodici ai concetti di efficacia e originalità, quegli assoli stonati e sbilenchi, il basso un po' sopra le righe, la disastrosa equalizzazione della batteria, l'accostamento poco sfumato di elementi a caso e un piattume di fondo c'è davvero poco da fare, se non mettersi sotto seriamente.
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