FIST: STORM
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31/05/2005Adoro i ritorni, e i Fist sono un gruppo tornato dal nulla in cui era andato a sparire. Dimenticati nei meandri degli anni '80, tornano alla fine del 2004 con un album che fa il punto della situazione in maniera molto semplice, un album che sembra dire: "Sì, sono invecchiato. Sì, oggi la musica non si fa più così. Sì, me ne frego." Questo è ciò che adoro di questi gruppi: tornano fregandosene altamente di vendere il più possibile, fanno musica perchè avevano lasciato qualcosa di non detto e tornano per dirlo. Provate a guardare le foto di questi quattro: non sono i soliti "io sono famoso e mi devo tenere in forma perchè a 50 anni devo dimostrarne 20". Questa è gente che ha vissuto nel mondo vero, con tutte le cose belle e brutte che ci si trova. Questa è gente che probabilmente dimostra più anni di quanti ne abbia, ma che ha ancora la capacità e la voglia di suonare, di parlare al mondo a modo suo. Anche se dalle facce sembrano i vecchi che trovate al bar a bere il bianchino, più che musicisti. "Storm", tempesta: i Fist resistono alla tempesta del tempo e ne scagliano una loro, fatta di musica, di introspezione, di denuncia, spiegando i brani come un qualcosa di estremamente personale, ma non per questo da tacere. La musica? Mai sentito nulla di più PURAMENTE ottantiano dopo la fine degli anni '80. Questo è un album che gli anni '80 non li ricorda: li porta con sè. Non sarà "l'album rivelazione del 2005", non sarà il capolavoro assoluto ed estremo, e sicuramente non è innovativo. Ma è puro. E' segnato da una passione che fluisce attraverso ogni nota, dall'opener "Fe Fi Fo Fum" alla chiusura con "You'll Never Get Me Up In One Of Those", con delle punte di sperimentazione simil-prog (ovviamente, si tratta di pochi accenni ad un prog che nulla ha a che fare con quello di oggi) che toccano l'apice nella title-track "Storm", o nelle psichedeliche "Acid Rock" e "Supercallousflagellisticexpertcunnilingus". Splendidamente rockeggiante "Try A Little Love On Me", che richiama la storia del rock classico, quello nato dalle tendenze più moderne del blues, mentre "Name Rank & Serial Number" è un pezzo trascinante, aggressivo, figlio dell'hard rock dei primissimi anni '80.
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