RETROGRADE: THIS FREQUENCY WE SHARE
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07/02/2006Avevo sentito girare molte voci relativamente ai Retrograde, modern rock band canadese il cui quartier generale risulta fissato a Vancouver, città nella quale hanno guadagnato una buona fama grazie a numerosi passaggi radiofonici che ne hanno diffuso prontamente il nome. "This Frequency We Share" rappresenta, nella discografia del gruppo, il secondo cd ufficiale (sempre se si esclude l'EP del 2004 "Headphones"), e va a bissare l'omonimo debut album del 2001, il quale aveva già messo in mostra un quartetto dalle spiccate qualità artistiche. La proposta dei Retrograde può essere catalogata come una versione maggiormente melodica della musica dei Ra, ben confezionata grazie ad una produzione di altissimo livello che poco ha da invidiare a quelle delle grandi major discografiche. Rispetto alla versione d'oltreoceano, la release europea edita dalla scandinava Atenzia Records è stata rilasciata sul mercato solo alcuni mesi dopo, e vede all'interno della tracklist la presenza di ben due bonus tracks ("Into The Obvious" e "In This"), oltre che la cover della nota "Diggin In The Dirt" di Peter Gabriel, eseguita in modo assolutamente convincente. Il livello medio delle composizioni mette in mostra un cd dai differenti punti forza, il quale tende forse a mancare la vera e propria esplosione a causa della poco marcata personalità della band, che fatica ad emergere con un proprio distinguibile marchio all'interno del vasto panorama dei gruppi rock moderni. Ciò nonostante va sicuramente detto che le fruibili linee melodiche contenute nei vari brani saranno in grado di catturare più di un appassionato di questo stile sonoro, un genere dove spesso produzione e compattezza sonora giocano un ruolo fondamentale per la riuscita del disco, un po' come dimostrato in questo caso per quanto concerne i Retrograde. Non fondamentali insomma, ma comunque più che piacevoli.
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