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REDEMPTION: REDEMPTION

data

23/03/2005
83


Genere: Prog Metal
Etichetta: Sensory
Anno: 2002

Dietro il nome di Redemption si nasconde la collaborazione tra il polistrumentista Nick Van Dyk, il chitarrista Bernie Versaille (Agent Steel), il vocalist Rick Mythiasin (ex Steel Prophet) e il batterista Jason Rullo (Symphony X). I quattro, riuniti per dedicarsi alla stesura di album in puro stile progessive metal, nel 2002 hanno pubblicato un CD che ha preso come titolo la stessa parola scelta come nome del gruppo. La base portante del lavoro è stata sostenuta da Van Dyk che ha steso la maggior parte delle musiche e dei testi, di questi circa 70 minuti che compongono il disco. Per fare ciò ha tratto ispirazione, quantomeno per i due pezzi più "importanti", da un lavoro di Stephen King (per la suite "Desperation", composta da 4 tracce) e da una novella di Bradbury (per "Something Wicked This Way Comes", traccia da oltre 26 minuti). Il risultato è musicalmente complesso e necessità di disponibilità da parte dell'ascoltatore per essere apprezzato in maniera totale. Non possiamo certo mettere il cd nel lettore e sentirne la musica magari pensando ad altro. Il cd si apre con le quattro tracce della suite "Desperation" che si snoda attraverso vari binari musicali, ma comunque mantenendo un'atmosfera plumbea e cupa. Da segnalare che in essa è contenuto un tema musicale tratto da "Billy The Kid" di Copland e che nella parte seconda la voce è affidata all'ospite Ray Alder (vocalist dei Fates Warning). Nell'insieme si tratta di un'ottima suite che però lascia la sensazione che si poteva strutturare il tutto anche in un intero concept a se stante. Subito dopo troviamo "Nocturnal", brano compatto con un ritmo pesante, e "Window To Space" che risulta essere il pezzo migliore del disco, la vera "chicca" del lavoro, che trasmette quasi la sensazione di volare. "As I Lay Dying" è godibile e più immediata rispetto al resto, ma in ogni caso non stona dal complesso. Il tutto si chiude con la lunga "Something Wicked This Way Comes" (oltre 24 minuti), suddivisa in 8 piccole parti che suddividono la vicenda raccontata nel testo. Seppur la traccia sia ben strutturata in alcuni frangenti può risultare un po' lunga (forse per qualche passaggio non proprio azzeccato), anche se nel complesso il risultato è comunque buono e interessante. Alla fine possiamo definire l'album un ottimo esempio di come tecnica e classe possano permettere la nascita di collaborazioni capaci di portare nel panorama musicale del prog metal cd che sanno distinguersi dagli altri, riuscendo ad imprimersi nella mente di chi li ascolta. La speranza è che questa unione musicale si protragga a lungo nel tempo perché, viste le premesse dell'album d'esordio, da questo quartetto ci si può aspettare veramente tanto.

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