PRAYER OF THE DYING: Banished From Death
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04/09/2017Quinto full lenght per questa one man band maltese. Quattro anni sono trascorsi dall´ultima pubblicazione e il tempo non è passato invano: il cambio stilistico non è quel che si dice un ritocco. Ci troviamo in un'area fra il death e il black, ma con questo abbiamo detto poco o niente, soprattutto in virtù del fatto che la zona di confine fra i due generi battuta da Martin Ciappara non è fra quelle piu comuni. Vediamo di chiarire: la voce è l'aspetto piu evidente dell´eredità black. Questa si alterna con (piu rare) parti recitate o cerimoniali. Il sound, che nel precedente lavoro aveva piu marcati elementi doom e shoegaze a condire il substrato black, ha subito una virata stilistica, opportuna per certi versi in quanto la proposta poteva in precedenza apparire un poco caotica e disorganica, che ha allontanato il sound dal black (per lo meno quello che piu solitamente si associa al termine, norvegese potremmo dire generalizzando) e avvicinato la stessa al death. Anche qui, non al death nel senso piu generico del termine, ne scandinavo, ne floridiano. Forse il riferimento piu prossimo potrebbero essere i nostrani Forgotten Tomb, mi riferisco in particolare ad un´opera come 'Under Saturn Retrograde' ma nel chitarrismo eccheggiano in piu di un momento impressioni dei Rotting Christ nella parte centrale della loro carriera (dopo gli esordi grind ma prima della svolta piu folkeggiate, per intenderci). Anche gli Opeth, con il loro retaggio death filtrato attraverso un sound piu meditato si affacciano alla mente. In conclusione, si tratta di un lavoro interessante, di difficile definizione. Batte piste ancora relativamente poco note. Non sconvolgente sotto alcun punto di vista, ma nell´insieme consigliabile se apprezzate alcuni degli aspetti che li caratterizzano senza pretendere che il mastermind dietro questo progetto si faccia facilmente categorizzare.
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