ARCHGOAT: The Luciferian Crown
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18/11/2018Sporchi, putridi e selvaggi, ecco arrivare dritti in faccia i finalandesi Archgoat.Attivi dal lontano 1989, rientrano tra quelle realtà inossidabili del metal più blasfemo, slabbrato e incurante di mode o sperimentazioni. Il loro è un death/black metal rantolante, capace di portare con sé, verso il baratro, tutto ciò che incrocia il suo sguardo. Ritmiche serrate, chitarre distorte e rade atmosfere di sottofondo a creare un effetto horror all’album sono i riferimenti che vi possiamo dare. Crudi ed insanguinati, i pezzi si susseguono senza pausa, sfiorando a tratti la definizione di doom e mai palesando alcuna personale interpretazione del filone. A prevalere è il genere della morte, fattore trainante a livello di suoni, alternando poi elementi di nera fiamma, soprattutto a livello testuale e di ambientazioni biecamente empie. Dieci brani che portano alla mente i conterranei e contemporanei Beherit, zero compromessi che faranno la gioia degli adepti della old school. Terra arsa, gelida nel proprio animo, si spezza lasciandoci senza appoggi. Crepa che parte da dentro noi, eco di una rabbia che ci prende per mano verso l’autodistruzione. The Luciferian Crown rientra nella designazione del “prendere o lasciare”, full-length che non vi farà cambiare opinione e che non vuole nemmeno centellinare personalità nella propria ispirazione musicale. Trentacinque minuti di odio, di rozzi stereotipi sfregiati sul volto grossolanamente, prodotto discografico certamente efficace e che, proprio perché sgraziato, si rivela genuino ed apprezzabile. Gli Archgoat sono questo, nel bene e nel male, sordi a qualsivoglia nuova esperienza e sfrontati, hanno come punto di forza fondamentale il non voler piacere a tutti i costi. Si li amate continuerete a farlo, in caso contrario passate la mano.
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