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PORCUPINE TREE: DEADWING

data

27/07/2009
80


Genere: Prog Rock
Etichetta: Lava Records
Distro:
Anno: 2005

Tre anni dopo l'ottimo 'In Absentia' nel 2005 tornano sulle scene i Porcupine Tree con una nuova pubblicazione intitolata 'Deadwing'. Come per ogni album del gruppo c'è grande attesa per sapere dove Wilson e soci hanno deciso di "andare a parare" musicalmente. Così se il precedente album era improntato alla melodia e alla linearità, lasciando un pelo in secondo piano sperimentazione e psichedelia, questo 'Deadwing' ha come matrice principale una vena che spinge nella maggior parte dei casi a sonorità ammiccanti al metal. Il disco, nove tracce più una bonus track nascosta, parte subito con la lunga titletrack che ha le chitarre in primo piano a gestire le danze, facendo subito capire che c'è stata l'ennesima evoluzione musicale dei Porcupine Tree. Si continua sulla stessa riga con al seguente "Shallow", mentre "Lazarus" è la traccia più melodica e vicina a 'In Absentia'. Si passa attraverso una discreta, ma nulla di più, "Halo" per arrivare all'apice musicale del disco: "Arriving Somewhere But Not Here". In questo brano c'è la summa del lavoro dei Porcupine Tree all'interno di 'Deadwing': psichedelia miscelata con sapienza sia a riferimenti metal sia melodie dilatate e distanti. Passa un po' sottotono anche "Mellow Scratch", mentre merita una menzione l'interessante "Open Car" con la sua buona ritmica. Le successive "The Start Of Something Beautiful" e "Glass Arm Shattering" faranno contenti i fans del gruppo più legati alla prima parte della carriera dei Porcupine Tree. A chiudere la ghost track "Shesmovedon" che suona un po' troppo di b-side e forse proprio per questo messa come traccia bonus (n.b. questa traccia non è presente in tutte le versioni pubblicate dell'album). In definitiva 'Deadwing' è un più che buon album per i Porcupine Tree, come al solito con spunti nuovi rispetto ai lavori precedenti. Qui la vena simil metal prende un po' il sopravvento e magari alcuni avrebbero preferito scelte melodiche più vicine al disco precedente od al passato. Certo è che però Wilson e soci qualunque scelta musicale facciano la portano alla conclusione nella maniera migliore e bisogna ammettere che questo album preso di per se, e non confrontato con altri, è molto valido. Da parte mia posso solo dire che forse pecca un po' sul fatto che forse non sarà duraturo come 'In Absentia' e questo lo mette uno scalino sotto come votazione complessiva.

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