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PARRY, IAN: VISIONS

data

24/03/2006
78


Genere: Heavy Rock
Etichetta: Escape Music
Anno: 2006

Noto agli onori delle cronache per la propria presenza in noti progetti quali Elegy, Ayreon, Hammerhead e Consortium Project, Ian Parry torna alla carica in veste solista grazie al qui presente "Visions", release che segue, a distanza di circa dieci anni, la sua ultima uscita solista "Thru’ The Looking-Glass". Visti i precedenti impegni musicali, quasi tutti improntati in generi vicini al rock/metal di matrice puramente progressiva, forse in molti si aspettavano una scelta stilistica di questo tipo anche per quanto concerne il cd in esame, cosa che, invece, non è (quasi sorprendentemente) avvenuta. "Visions", infatti, vede il buon Ian cimentarsi in undici canzoni dalle indiscutibili reminescenze melodiche, tutte intarsiate in escursioni che vanno dal sontuoso hard rock e arrivano, passano per echi gothic e sontuosi richiami heavy, addirittura a flebili contaminazioni di puro rock adulto. Quella qui offerta, in sintesi, è una concezione musicale in grado di spaziare con semplice personalità all'interno di differenti e disparati generi, cosa che avrà sicuramente lasciato un certo retrogusto amaro a tutti i classici fans delle tipiche sonorità progressive, i quali si troveranno ad avere a che fare con un album particolarmente diretto e senza eccessivi fronzoli. "Visions" è, quindi, un cd particolarmente indicato per gli amanti (come il sottoscritto) delle sonorità melodiche d'impatto, qui perfettamente rappresentate da forti richiami ad acts quali i Fair Warning più sinfonici, i Ten più epici e qualche piccola reminescenza in stile Stryper, il tutto ovviamente spruzzato da quegli aromi strumentali già intravisti anche all'interno del già citato Consortium Project. A tutto ciò va aggiunto un lodevole e meticoloso lavoro effettuato in fase di produzione, perfetto per valorizzare canzoni saldamente incentrate sulla propria derivazione epico/sinfonica, costruite in una dimensione non fine a sé stessa ma bensì messa al servizio di composizioni dirette e dal notevole "tiro" sonoro. Visto il mio quasi apatico disinteresse verso il sound prog eccessivamente studiato e ricercato, devo ammettere di aver sin qui pressoché ignorato il resto della carriera del bravo Parry, il quale mi ha qui invece favorevolmente stupito grazie ad un solo album di assoluto spessore, un lavoro che, se promosso e pubblicizzato attraverso i giusti canali, potrà indubbiamente catturare una buona fetta di fans delle varie sonorità melodiche, con un occhio particolare a quelli perennemente alla ricerca di qualche emozione dal sapore differente. Un dischetto che dividerà senza ombra di dubbio pubblico e critica, due fette di audience che si troveranno si troveranno di fronte ad una release comunque distante dal classico Parry background.

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