PRETTY MAIDS: Undress Your Madness
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10/11/2019Prossimi al raggiungimento delle quattro decadi di attività, la band danese punto di riferimento per l'hard rock/metal di stampo classico europeo dà via alla sedicesimima pubblicazione discografica che grosso modo si mantiene sulla falsariga dei precedenti 'Kingmaker' e 'Louder Than Ever', dotati di un sound più al passo con i tempi, pubblicazione avvenuta poco dopo la notizia della malattia del singer Ronnie, ora sottoposto a terapie per sconfiggere il tumore che lo ha colpito e che giocoforza costringe la band a non intraprendere il tour promozionale. I tempi di 'Future World' e 'Jump The Gun' sono oramai uno splendido ricordo, ma questi guerrieri non ci pensano neanche lontanamente ad ammainare la bandiera continuando imperterriti ad aggredirci con bordate heavy come "Serpentine" aggraziata dal ficcante refrain o la robusta title track all'insegna dei ruvidi guitar riff mentre tocca alla tipicamente eighy “Firesoul Fly” riempirci di ariosa melodicità così come "Runaway World", bella traccia di melodic rock decisamente più vicina ai giorni nostri. "If You Want Peace (Prepare For War)" mostra una certa irruenza e un Ronnie Atkins in buona forma nonostante la voce un po' consunta, ma che mantiene sempre innata la sua capacità di passare da toni dolci ad aggressivi e minacciosi. "Slavedriver", ben curata negli arrangiamenti è un brano che mostra quelle peculiari sfaccettature dei Pretty Maids nel rendersi camaleontici all'interno della stessa canzone alternando tranquillità e oscura durezza. Tutto sommato soddisfacente l'esito delle ballad, in particolare "Shadowlands" e “Strength Of A Rose” che a tratti ricorda un po' gli Aerosmith. Senza gridare al miracolo i Pretty Maids forniscono ancora una volta una prova di sostanza, augurandoci che il percorso di guarigione per l'iconico singer proceda nel migliore dei modi e poterlo riabbracciare nuovamente in sede live.
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