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HARDLINE: Danger Zone

data

14/05/2012
90


Genere: Melodic Rock
Etichetta: Frontiers Records
Distro:
Anno: 2012

Gioeli con la sua voce ha creato una sorta di trademark, più che tutta l'intera discografia di Rudi Pell. E' il marchio indelebile di quello che fu uno dei dischi più belli degli ultimi vent'anni: 'Double Eclipse'. Ripetersi è impossibile, che sia chiaro, perchè la line-up di allora è sparsa tra Journey e quant'altro, e perchè la qualità dei dodici pezzi dell'esordio era assolutamente stratosferica. Quindi andiamo oltre, bravo il Del Vecchio che finalmente riesce a farsi aprire le porte della Frontiers, a suonare, comporre e produrre questo disco in maniera sensazionale. Il risultato raggiunto è veramente tutto meritato, bravo a portarsi dietro l'affascinante Anna e quella macchina da guerra tamarrica che è Francesco Jovino. Discreta la scelta di Thorsten Koehne (Eden's Curse) che alla fine può risultare un po' freddo ed impersonale, certo che confrontarsi con Schon e Ramos non era impresa semplice. Ottima la produzione, veramente di prim'ordine, con suoni da spettacolo che finalmente approdano in Frontiers, mai impastati, con la ritmica con una dinamica e una "pacca" clamorose. Ma alla fine della fiera, però, questo disco com'è? Bello. Belle canzoni, attori di classe. Cosa manca? Nulla. Già con la doppietta "Please Have Fate In Me" e "Look At Me Now" (in lizza per la canzone dell'anno) i giochi si potrebbero chiudere, ma riescono a pettinare ancora con "Never Too Late For Love" (che è un gradino sopra la versione di Baldwell). La trascinante "10000 Reasons" fa agitare il deretano, così come "What I'd Like" (anche se ad onor del vero sembra la sorella di "Heaven Tonight" di Malmsteen). Inutile fare una track2track, è un disco che stende nella sua globalità, la vera forza del lavoro svolto di Gioeli e Del Vecchio è stata quella di riuscire a fare correre questo disco, hanno creato una sorta di continuità fra le tracce e un filone logico all'intera struttura del lavoro nella sua complessità in modo da fare risultare il tutto omogeneo, con picchi qualitativi spaventosi; ed ha quasi pure il vantaggio di "nascondere" i brani meno riusciti e la mancanza di una vera e propria ballad. Per appunto tutti i concetti sopra esposti, in assoluto questa è la migliore uscita targata Frontiers di quest'anno, decisamente un gradino sopra Hardline II, e dieci piani di scale oltre 'Leaving The End Open'. 'Danger Zone' se la va a giocare al momento solo con H.e.a.t, anche se qui oggi c'è fuoco che arde, passione e sudore, virtù di cui la compagine svedese ne è quasi priva! Ultima, scontata e ovvia nota di merito a Gioeli il quale è onestamente disarmante, da pelle d'oca, prova semplicemente fantastica.

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