NORWAY: RISING UP FROM THE ASHES
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12/01/2007Ed ecco a voi uno di quei cd assolutamente non facili da recensire, uno di quei lavori capaci di contenere al proprio interno punti di altissima qualità ed altri di non ineccepibile valore, elementi che mixati insieme tendono a rendere tutt'altro che facile il pronunciamento anche di un solo parere personale. L'album in questione è il nuovo capitolo in studio degli statunitensi Norway, quartetto formatosi nella seconda metà degli anni ottanta ma arrivato alle luci della ribalta discografica solo nel 1997 grazie al positivo debut "Night Dreams", bissato tre anni più tardi dal rilascio del secondo cd "Arrival". Il genere trattato è un classico hard melodico a metà tra influenze americane ed europee tinto di sfumature AOR, i cui riferimenti vengono presto individuati scavando nelle proposte di acts quali Foreigner, Journey, Bonfire e molti altri. "Rising Up From The Ashes" è un cd indubbiamente particolare, indiscutibilmente valido dal punto vista della qualità del songwriting e delle linee melodiche insite nei vari brani, tascinati da chorus di grande impatto e tessuti strumentali familiari e diretti come nella migliore tradizione AOR. I problemi sono invece da ricercarsi in un lavoro di produzione forse troppo ovattato, che va ovviamente a limitare la potenzialità esplosiva dei vari brani, e la scelta di includere solo nove tracce (di cui una anche strumentale) all'interno del dischetto ivi recensito, scelta che ovviamente non risulta in grado di saziare a dovere il palato dei classici amanti delle sonorità rock melodiche come del resto il sottoscritto. Tutto ciò risulta alla fin fine un gran peccato di fronte alla grandezza di songs quali "Anything At All" e "Only One I Need", due composizioni dal marcato tiro radiofonico capaci senza dubbio di catturare al volo l'attenzione dell'ascoltatore di turno, stregato da ritornelli di immensa classe tronfi di melodie trionfali e avvolgenti cori di supporto. Un chiaro motivo insomma per dividere il cuore del tipico AOR fan di fronte al cd ivi esaminato, sezionato a metà tra la gioia di composizioni efficaci ma non supportate a dovere da un'adeguata confezione artistica. Un pranzo delizioso insomma, servito purtroppo in portate estremamente ridotte e senza l'atteso dolce finale.
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