MY SLEEPING KARMA: SOMA

Con questo 'Soma' i tedeschi My Sleeping Karma arrivano al quarto lavoro discografico, presentando una bella copertina molto ad effetto e mettendo in mostra sempre uno stile che viaggia tra stoner, psichedelia e musica quasi cosmica. Essendo la Germania la patria storica di certa musica spaziale viene quasi naturale fare il paragone con certe band storiche alle quali il gruppo cerca in parte di ispirarsi, senza però colpire nel segno. I quattro musicisti tedeschi, infatti, provano a rifarsi a certe escursioni lisergiche ed acide tipiche del filone kraut di inizio anni '70, costruendo brani mediamente lunghi e in prevalenza strumentali, arricchiti (a modo loro) da atmosfere ermetiche e quasi elettroniche che rappresentano il marchio di fabbrica della Kosmische Musik. Siamo però ben lontani dalla magia dei gruppi cardine del Kraut i quali pur presentando un sound a tratti molto dilatato e complesso, almeno riuscivano a variare e a presentare idee assolutamente geniali all'interno del proprio sound, cosa che invece non avviene in questo disco. I brani, infatti, sono davvero troppo simili tra di loro (in maniera quasi inquietante), presentando una quantità industriale di arpeggi dilatati ad oltranza con riff di chitarra che di rado appaiono sullo sfondo quasi a spezzare in due l'atmosfera. La cosa più evidente è che in tutti i brani i musicisti sembrano proporre sempre le stesse scale di arpeggi, variando forse solamente nella velocità di esecuzione che, in ogni caso, si mantiene sempre su livelli assolutamente sostenuti. Non aiutano neanche gli effetti di tastiera, forse un po' troppo dozzinali e scarni che paradossalmente rendono più pesante lo svolgimento delle trame strumentali. Impossibile citare i singoli brani visto che sono praticamente uguali gli uni dagli altri, anche se una nota di merito va data al lavoro in fase di mixaggio, sempre pulito e con tutti gli strumenti al loro posto (e qua c'è ancora più rammarico per quello che poteva uscirne fuori).