MEGADETH: The Sick, The Dying...and The Dead!
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14/09/2022Il nuovo album dei Megadeth, 'The Sick, The Dying…and The Dead!', arriva dopo una serie di vicissitudini che, come è noto, hanno portato alla separazione da Dave Ellefson, nonostante questi avesse già registrato le parti di basso, poi cancellate dopo il suo abbandono, per essere affidate al suo posto a Steve DiGiorgio. Polemiche e problematiche varie a parte, Dave Mustaine ha saputo realizzare un disco di tutto rispetto, potente e compatto, con alcuni brani davvero notevoli, targato Megadeth al 100%, nonostante tutti i cambiamenti che hanno riguardato la band. Già l’opener (nonché titletrack) presenta bene quelle che sono le caratteristiche in generale del disco, con un eccellente lavoro chitarristico, grazie all’ottima e rinnovata intesa tra Mustaine e Kiko Loureiro, una sezione ritmica potente e dirompente e una struttura del brano non necessariamente lineare, che si articola tra sfuriate aggressive, intermezzi arpeggiati ed efficaci stop and go. Ottimi anche i singoli apripista, ovvero “Soldiers On!”, We’ll Be Back” e “Night Stalkers”, canzone dove peraltro si può apprezzare una parte rap (interpretata da Ice-T), ai quali aggiungiamo senz’altro anche “Dogs Of Chernobyl”. Il resto della tracklist è di buon livello, per la verità con una parte centrale (diciamo grosso modo da “Sacrifice” a “Killing Time”) un po’ calante o quanto meno con delle tracce non brillanti come quelle prima citate: diciamo che, fissati alcuni punti fermi, la band sembra a questo punto andare un po’ con il pilota automatico. Avvicinandosi verso il finale, invece, risultano più particolari “Célebutante” e “Mission To Mars”, per quanto quest’ultima in realtà non ci convinca granché. Diciamo però che questo “The Sick, The Dying…and The Dead!”, per quanto non sia certo accostabile ai capolavori della band, presenta comunque diversi brani di buon livello ed è davvero apprezzabile il fatto che, al giorno d’oggi, Mustaine e compagni riescano a sfoderare un tale sound e una tale grinta, imprimendo un marchio di fabbrica che rimanda, in qualche modo, anche con accenni e richiami, ai Megadeth dei tempi d’oro. Solo per questo, la pubblicazione dell’album in sè rappresenta un piccolo evento e merita di essere considerato un autentico must per ogni amante del metal, ma effettivamente possiamo dire che si tratta un disco potente e travolgente, in grado di conquistare ascolto dopo ascolto.
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