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JOTENHEIM: JOTENHEIM

data

30/05/2005
80


Genere: Epic Metal
Etichetta: Metal Supremacy
Anno: 2005

In un articolo di Gianni Pittiglio si legge: "Altre importanti fonti riguardanti i Piceni le troviamo, seppur solo dal IV secolo a.C., in autori greci e latini quali Strabone, Polibio, Plinio e Livio. Nelle opere di questi scrittori la popolazione viene ricordata per i suoi forti guerrieri e per la bontà dei prodotti agricoli da essa coltivati (grano, frutta, vini)" Tralasciando commenti gastronomici, c'è da dire che le cose nelle Marche dai tempi dei Piceni sono cambiate ben poco, soprattutto ascoltando questo mini d'esordio dei Jotenheim, band ascolana in cui figura l'onnipresente Gianluca Silvi, già all'opera nei pluridecorati Battle Ram, dediti a un incontaminato, rude e barbaro metallo epico d'intenzione feroce e primitiva come non mai. Musicalmente parlando viene a mente un devastante connubio tra i Manilla Road più brutali ("Mystification" e "Out Of The Abyss") e i Doomsword più grotteschi e rudimentali, con poderosi echi di molte altre band (il background dei Jotenheim è ben vario come si evince anche dai thanks) e una forte dose di personalità che non fa mai male. Note di merito per le grandi doti musicali ed esecutive dei nostri, in primis la chitarra virtuosa di Stefanino e il basso magmatico e pulsante di Arnaldo (discepolo del grande Flint), il tutto a completare un brutale succedersi di riff feroci e vichinghi come non mai su cui si staglia implacabile la prestazione del singer Matteo Isopi, stilisticamente affine al grande Tann (che con i suoi Ironsword fa parte del DNA della band picena) e degno cantore delle gesta mitologiche celebrate nel lavoro. "Skullcrusher" è una devastante opener che alterna oscure strofe di gusto quasi thrash a un glorioso ritornello bathoriano per celebrare le gesta del massacratore di giganti, il dio del tuono Thor che orna la bellissima copertina del mini, mentre in "The Dog Of Ulster" emerge prepotente la terzina d'acciaio e un riff che omaggia in maniera sentita ma non fastidiosa la storica "Death Rider" degli imprescindibili Omen, narrando le gesta dell'eroe irlandese Cu Chulainn. Segue "Excalibur And The King" e le sue micidiali alternanze di sfuriate doppiocassistiche e mid/tempo devastanti, con un finale doomish in pieno omaggio a Mark Shelton, ornato da un memorabile assolo del fantasioso Stefanino, ed è un peccato che la produzione Jotenheim finisca qui (si tratta pur sempre di un mini). Nonostante ciò, i due episodi successivi alzano ulteriormente il profilo del lavoro. "Hyborian Dreams", opera del solo Gianluca Silvi, è un tributo in chiave chitarra acustica all'immortale soundtrack di Conan Il Barbaro, capace di creare un'atmosfera a mio avviso unica e degna dell'epopea cimmeria; la cover di "Queen Of The Black Coast", indimenticabile anthem tratto dallo storico "Metal", è invece uno dei migliori e più coraggiosi omaggi che una band italiana abbia riservato ai grandi nomi dell'epic metal ottantiano. Insomma ragazzi, avete capito: affrettatevi a contattare la band (o la Hellion Records) e procuratevi una copia di questo mini! E peccato che sia un mini, perchè il valore della band è tale da lasciar presagire un full lenght a dir poco glorioso.

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