NIRNAETH: Il Paradiso Non è Altrove
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25/03/2025Le origini dei Nirnaeth risalgono ai primi anni '90, con un sound ispirato al thrash metal della Bay Area: dopo qualche demo, il loro primo full-length arriva nel 1998, per poi però sciogliersi nel 2000. Il batterista/cantante Marco Lippe recupera comunque nel corso degli anni il moniker riprendendolo più volte con formazioni completamente rivoluzionate. Quello che possiamo considerare il mark 5 del gruppo bergamasco si assesta nel 2024 per realizzare quello che è il quarto full-length nella storia dei Nirnaeth, intitolato "Il Paradiso non è altrove". Il sound è decisamente ottantiano e si muove principalmente su coordinate thrash e heavy metal, incentrato sulle due chitarre di Roberto Bellina e Edoardo Pirola, supportati da una sezione ritmica dinamica e dirompente, composta da Lippe e dal bassista Daniele Cusumano. Una particolarità, per la verità piuttosto rara per gruppi thrash, è data dal fatto che i testi sono quasi completamente in italiano: Lippe va totalmente a ruota libera e si scaglia contro la stessa umanità, rea di distruggere se stessa e l'ambiente che la circonda, per la quale non sembra vedere alcuna speranza nè prospettive, se non l'estinzione. Non ci sono parole morbide neanche per i giovani nè per la tecnologia ("World Wide Web", "Generation Interdict") nè per le religioni ("Religionestinzione" o in parte la titletrack). Al di là dei contenuti, non ci convince molto questo suo modo di cantare che sembra più un susseguirsi di declamazioni, non sempre ottimamente correlate alla musica. A livello prettamente musicale, ci sono invece buoni spunti di stampo thrash (tra i tanti, menzioniamo ad esempio "La vendetta del bosco" o "Genativocidio", dopo il suo incipit sabbathiano) o pezzi più cadenzati come "Epitaffio di una pianta", mentre la titletrack si articola su atmosfere soffuse con inserti di organo. Da evidenziare, poi, la cover di "Angel" un brano dei Danse Society, una band gothic rock forse oggi un po' dimenticata. Diciamo che "Il paradiso non è altrove" è un disco concepito con alcune peculiarità ma anche con diversi punti deboli. A parte quanto già evidenziato, non ci soffermiamo più di tanto su questi ultimi, perchè fondamentalmente resta un prodotto underground dal quale non ci aspettiamo la perfezione, ma del quale invece apprezziamo la passione che trasuda e lo sforzo di rappresentare una voce che esca fuori dal coro. Un lavoro che costituisce dunque un nuovo capitolo per questa storica band del thrash italiano, certamente non imprescindibile ma che, tutto sommato, quando riesce a tramutare il suo disperato e angosciante pessimismo in rabbia e genuina voglia di cambiare le cose in meglio, riesce pure ad essere trascinante, per cui merita di avere la sua chance.
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