MASTERPLAN: PumpKings
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31/08/2017Per rinfocolare l'entusiasmo andato un po' perduto dopo la non felicissima prova del precedente 'Novum Initium' (sono già passati quattro anni) la band che vede oramai come unico elemento originale Roland Grapow decide di suonare e pubblicare una manciata di canzoni degli Helloween pubblicate nel corso degli anni '90, una scelta che ci lascia a dir poco stupefatti e che pone dei seri interrogativi sul loro futuro. Non siamo in grado di comprenderne i motivi, un'ipotesi potrebbe essere data dal fatto che Roland abbia voluto in qualche maniera vendicarsi per il fatto di non essere preso in considerazione dagli stessi Helloween per il 'Pumpkings United' tour (band in cui ha militato per ben nove anni). Analizzando l'operazione da un punto di vista musicale non possiamo fare a meno di notare un suono assai più duro rispetto all'originale con l'opener "The Chance" che pur essendo ben realizzata mostra un Rick Altzi in difficoltà incapace di reggere il confronto con Kiske, difficoltà di interpretazione che ogni tanto affiorano lungo tutto il cd data la sua timbrica decisamente più roca rispetto anche a quella di Andi Deris riuscendo ad offrire un'ottima performance solo nella rocciosa "Take Me Home". Buone le esecuzioni dei brani anche se le differenze con le versioni originali sono minime (c'è qualche sprazzo di tastiere in più), ed è anche questo può essere considerato uno dei problemi pregiudizievoli alla riuscita di questo album, insomma ci saremmo aspettati un approccio esecutivo decisamente più personale rispetto a quello che a tutti gli effetti risulta essere una copia molto vicina alla produzione originale di brani che pur non essendo consideratii dei classici conservano tutt'ora una certa valenza e rappresentano un pezzo di storia delle zucche di Amburgo; ci troviamo costretti quindi ad archiviare negativamente questa realizzazione con la speranza di rivedere Roland decisamente più ispirato rispetto ai livelli attuali dato che i Masterplan al momento sembrano davvero in una crisi d'identità molto profonda.
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