FIFTH ANGEL: When Angels Kill

'The Third Secret' (2018), atto formale della concretizzazione della reunion avvenuta alcuni anni prima, ci diede la possibilità di riscoprire una band autrice di due magnifici lavori pubblicati al tramonto degli Eighties. Il risultato fu un lavoro di caratura decisamente elevata specie tra i cultori del settore che ha indotto i Fifth Angel ad andare avanti ancora con maggior determinazione. Un bel po' di cose sono cambiate in questi cinque anni: una delle asce della formazione originale, Ed Archer, è stata reintegrata in pianta stabile, mentre è da segnalare l'abbandono del chitarrista Kendall Bechtel (e anche vocalist in 'The Third Secret' con una performance comunque egregia). Ma l'inserimento di Steven Carlson si rivela una mossa decisamente azzeccata, la sua ugola profonda e ispiratissima permette di finalizzare al meglio il muro sonoro eretto dal duo Archer/Conley (ex Flotsam & Jetsams) coadiuvato dalle pregevoli rifiniture del chitarrista solista Jim Dofka e la sezione ritmica composta sempre da John Macko e Ken Mary che si comporta in maniera sempre esemplare. Quindi abbiamo un sound massiccio su cui ben s'inseriscono le liriche che possono essere definite facenti parte di un concept (data la presenza di intermezzi parlati). Dal punto di vista dell'impatto energetico ci pensa subito la title track a mettere le cose in chiaro, ma lo stile dei Fifth Angel nella nuova incarnazione appare assai variegato: "Run To The Black" e "Kill The Pain" potrebbero spingerli verso una direzione anche più oscura (non mancano riferimenti ad un U.S. metal alla 'Metal Church') tuttavia brani quali "On Wings Of Steel" dai tratti epici e il quasi class metal "Five Days To Madness" avrebbero fatto sfracelli verso la fine degli anni '80; ricca di pathos tanto la ballad "Ashes To Ashes" e "The End Of Everything" davvero solenne e imponente con un cantato emozionante che ricorda lo stile di Lande e Allen. La durata del cd che supera i settanta minuti è forse l'unico piccolissimo limite e due/tre brani quali “Blinded and bleeding”, "Light The Skies” e “Run to the black” pur essendo ben architettate e lungi da fungere da riempitivo non riescono a scaldare il cuore come dovrebbero. In ogni caso 'When Angels Kill' rimane un'opera che risulta come un modello di ispirazione (magari non ricco di originalità) trasudante forza ed aggressività, maestosità ed eleganza, ma anche freschezza: ingredienti propri di una band che in quasi quarant'anni di carriera non ha mai difettato in temini di solidità e affidabilità.