DEEZ NUTS: Binge & Purgatory
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11/04/2017"Binge" è la lenta riappropriazione dei propri sensi dopo la devastazione, "Purgatory" è la durissima realtà che ti viene in faccia, tutta d'un colpo. È il ciclo naturale delle cose, tra un party e le sue conseguenze. D'altronde la stessa copertina di questo quinto sigillo dei Deez Nuts sarà familiare a molti di voi che si sono trovati, per caso, ad aprire gli occhi in una casa che non era la loro, tra montagne di mozziconi e bicchieri rotti. Non deve passare inosservato che nello stesso periodo ci sia stato anche il nuovo lavoro dei Body Count, perché per alcuni saranno dischi simili, per altri totalmente diversi nello spirito. 'Binge and Purgatory' è -come da tradizione Deez Nuts- pieno di cori, mattonate, sul sottile e corrosivo confine tra l'hardcore, il crossover metallizzato e qualcosa di molto vicino al rap, eppure la prima parte è meno lanciata e dura del solito. Meno significativa, in sostanza, e se non ci fossero i primi due pezzi sarebbe anche meglio. Deve ricordarcelo Scott Vogel dei Terror come si fa a spingere in "Antidote" perchè prima è tutto un po' troppo semplificato. La qualità tutto sommato è rimasta la stessa, tanta convinzione, sputazze, grattugiate di corde vocali e zompetti, poi arriva Jamie Jasta e di nuovo si fa tutto più serio. Aspettiamo il solito genio che dirà "ma i Madball fanno queste cose da oltre vent'anni", sapendo che i Deez Nuts sono in ogni caso totalmente fuori di testa e continueranno inarrestabili tra canzoni più grezze e immediate ("Carried By Six"), ed altre cantabili ("Discord", "Remedy"), come è sempre stato e come sempre sarà. Fumanti coglioni d'acciaio.
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