MASTERPLAN: MKII
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14/03/2007Il dover rinunciare dall’oggi al domani a due mostri sacri come Jorn Lande e Uli Kusch non è cosa da poco, ma scommettere che Roland Grapow avrebbe trovato due sostituti degni di tale nome poteva sembrare davvero una cosa da pazzi. Ed invece “Mr. Masterplan” ha stupito tutti soffiando, letteralmente parlando, il batterista Mike Terrana dall’esplosivo trio dei Rage e il cantante Mike DiMeo dai Riot, dopo il loro inusuale incontro su Myspace.com. Due innesti a stelle e strisce per la band teutonica che prosegue con l’operato di “Aereonautics”, ovvero con un disco che strizza sì l’occhio al Power Metal di classica fattura ma la cui anima più melodica e dai toni più “blandi” viene fuori caratterizzando l’intero corso del disco. Questo “MKII” sa quindi farsi piacere per i suoi motivetti catchy e per i buoni brani d’atmosfera presenti nella parte centrale del platter ma d’altra parte paga lo stesso prezzo del suo predecessore, non convincendo ed entusiasmando del tutto. Nonostante l’inizio sia dei migliori grazie alla piacevole opener “Warriors Cry”, in stile Helloween, e al mid-tempo di “Lost And Gone”, sviluppato sulla falsa riga di “Back For My Life” nella quale ci si rende conto che il timbro del nuovo singer si adatta ottimamente alle linee vocali di Lande. La vera sorpresa di questo disco la troviamo in “Keeps Me Burning”, l’unico brano del lotto capace di funzionare davvero sorretto dal buon lavoro della chitarra di Grapow e da un refrain d’eccezione capace di catturare fin dal primo ascolto. Il resto purtroppo è storia di un ascolto articolato tra brani più o meno riusciti come “Heart Of Darkness” che però non riescono a farsi ricordare. Per coloro che si sentono incuriositi dalla presenza di Mike Terrana dietro alle pelli devo avvertirvi che non troverete l’indiavolato drummer dei Rage ma un buon musicista dedito al suo lavoro. Un ritorno in sordina per i Masterplan che ci presentano sì una line-up valida e capace di comporre musica di qualità ma alla quale sembrano ancora mancare le carte in regola per comporre il disco che conta. Tanti bei nomi e, purtroppo, poca sostanza.
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