LAST WINTER: UNDER THE SILVER OF MACHINES
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17/07/2007Lo ammetto candidamente, Lifeforce Records, nell’anno in corso, si candida a essere la label indipendente migliore della piazza. Gli ultimi lavori partoriti dalla label tedesca infatti (Raintime, Deadlock, Hell Within), oltre ad aver ricevuto dal sottoscritto valutazioni entusiaste, sono finiti dritti nel mio iPod, cosa molto rara per quanto riguarda i promo che arrivano nelle mie mani. I Last Winter, statunitensi, sono l’ennesimo (capo)lavoro di musica moderna che Lifeforce immette sul mercato. I cinque di Orlando, al secondo disco, ci propongono un emo pop core (chiamatelo come vi pare, avete capito cosa intendo) che si rifà palesemente alle ultime ondate del genere, nomi come Saosin e The Black Maria per capirci, ma lo fanno con spiccata personalità, e non è un caso che se mentre i lavori delle band appena menzionate mi siano durati un paio di settimane scarse, i Last Winter girano a ripetizione nel mio lettore da un bel po’ di tempo. E’ praticamente impossibile resistere a un album fatto di continui hit, dall’opener “The Violent Things” a gioiellini come “Kiss So Hard” o “Made For Tv” e la ballad “Don’t Forget To Write”. Un disco che farebbe (e a quanto pare sta già facendo) razzia di Mtv, emo kidz, hardcore geeks eccetera eccetera. Un disco meraviglioso, che è ormai la colonna sonora della mia estate. O, dalla bio, ‘one of the most stunning rock albums to date’.
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