KAIPA: Children Of The Sounds
data
11/10/2017Il tredicesimo disco in studio dei Kaipa, nonostante la ricchezza del materiale proposto, mette in chiara evidenza una fase di stanca sul piano compositivo. Hans Ludin rimescola le carte e tira fuori un album dalle diverse anime, insieme dirette verso un'unica direzione: l'essenza del prog rock. Questo volta, però, il buon Ludin dimostra di non avere le idee ben chiare, perchè se è vero che 'Children Of The Sounds' gode di un discreto fascino (e non potrebbe essere altrimenti), è altrettanto vero che i brani che lo compongono soffrono di profonda prolissità e di qualche tocco di mestiere di troppo: lì dove la creatività non arriva, il brodo viene allungato in maniera eccessiva dall'improvvisazione strumentale. Difetto che rende le canzoni alla lunga stancanti (cinque brani per un'ora complessiva quasi di musica sono già di loro impegnativi), ed in alcuni momenti anche snervanti. Con i Kaipa la sperimentazione e la ricerca strumentale non sono mai venute meno nel corso della loro lunga carriera; la tavolozza dei colori utilizzata è sempre stata di una dimensione a dir poco esponenziale, e la profondità delle sfumature che legano le strutture dei brani hanno sempre avuto contorni solidi e decisi, il nuovo lavoro, però, ha un non so che di parziale, e per alcuni aspetti è dettato da una elementarità di fondo - vedi la title track - che lascia alquanto perplessi. In sostanza, la positività che traspare in brani come "On The Edge Of New Horizons" incentiva all'ascolto, ma non lo soddisfa pienamente.
Commenti