INDIGO DYING: INDIGO DYING
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03/01/2008Dietro al monicker Indigo Dying si nasconde la notevole voce della singer cilena Gisa Vatcky, una di quelle cantanti il cui curriculum include una folta schiera di partecipazioni all'interno dei lavori di numerosi big della scena pop-rock attuale e passata ma che, come quasi da assodata prassi, ha spesso finito per rimanere all'ombra dei meritati riconoscimenti perdendo l'opportunità di sfoggiare in prima persona il grande talento di cui è chiaramente in possesso. Ora, grazie all'interessamento dei sempre attenti ragazzi della Frontiers, ecco la brava Gisa dare prova delle proprie abilità nella qui discussa parentesi Indigo Dying, una creatura impostata su sonorità a metà tra elementi di chiara matrice hard 'n' heavy non esuli, come lecito attendersi, da diverse influenze di stampo tangibilmente dark e malinconico, elementi che lo rendono accostabile, almeno in piccola parte, all'operato di bands quali Evanescence o ultimi Nightwish. Quanto da me appena citato, in ogni caso, si fonde con un songwriting in grado di captare diverse sfaccettature relative alla musica in questione, e questo in particolare per quanto concerne alcune sfumature in linea con lo stile rock cantautoriale tipico di inizio millennio, un'altra caratteristica ben amalgamata all'interno della proposta in questione. Quello che invece dispiace constatare è un lavoro di produzione non del tutto all'altezza della validità compositiva ed esecutiva ivi intravista, una doverosa sottolineatura che deriva (purtroppo) dalla gestione tecnica del sound da parte di Fabrizio Grossi, un produttore che, mi spiace dirlo, dopo alcune positive prove (promosse anche dal sottoscritto) nei suoi primi passi in casa Frontiers, non ha saputo evolversi a dovere come richiesto in un mondo difficile come quello del mercato musicale; un errore che, in un'uscita artisticamente peculiare come quella ivi discussa, non può se non pagare dazio in relazione alla qualità finale del prodotto. Questo comunque discutibile lato del lavoro non deve del resto nuocere, in alcun modo, alla notevole prova dietro al microfono offerto dalla preparata Gisa Vatcky, una vocalist di chiara prospettiva che merita il giusto tributo ad una padronanza vocale di assoluto prim'ordine, la quale riesce chiaramente a brillare di luce propria anche alle soglie di un sound tutt'altro che incisivo. Un motivo più che buono per dare almeno una chance al marchio Indigo Dying, reso particolarmente lucente anche dal coinvolgimento canoro a supporto di due grandi singers quali Michael Kiske e Mark Boals.
_ PER I FANS DI Evanescence
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