ELDRITCH: Eos
data
18/11/2021Da sempre ai margini della popolarità vera e propria, vuoi per una voce dal timbro nasale e "particolare" come quella di Terence Holler (o si apprezza o non si sopporta!), vuoi per un'oggettiva difficoltà nel catalogarli in un genere ben preciso, gli Eldritch hanno sempre raccolto meno di quanto seminato, a dispetto di una qualità sempre di livello elevato e di una carriera solida, lunga e prolifica (sono "in giro" dal lontano 1991). Questo in analisi è il dodicesimo album dei livornesi, e contiene una grande sorpresa: il ritorno in line up del bravissimo Oleg Smirnoff, tastierista che aveva impreziosito i primi 3 ottimi lavori (e i più conosciuti dal "grande" pubblico) degli anni '90. Cosa dire se non che questo è l'ennesimo valido lavoro della band, puntellato sugli elementi che l'hanno reso nota negli anni? La rocciosa formula tech-prog/power metal del combo si affina infatti di disco in disco, con una potenza di fuoco sempre notevolissima, garantita dalle abilità chitarristiche del bravissimo Eugene Simone (coadiuvato da Rudj Ginanneschi, grande prestazione di entrambi tra complessi riff, assoli e cambi di tempo) e dalla poderosa sezione ritmica Lastrucci/Dridge, e stemperata dagli eleganti ed incisivi interventi di tastiera del figliol prodigo Smirnoff. La voce di Terence Holler come sempre concede "il giusto" a melodie di "facile presa" (unica eccezione: l'ottima cover di "Runaway" dei Bon Jovi), rendendo il disco fruibile ma mai eccessivamente "catchy" o assimilabile ai primi passaggi. Proseguendo con gli ascolti, però, l'album svela tutto il suo ottimo potenziale: tracce validissime come la potente opener "Failure Of Faith", il singolo "The Cry Of A Nation" o il riffing alla ultimi Symphony X della strutturata "Circles" sono una gioia per le orecchie, mentre "No Obscurity" (spettacolare lavoro di arrangiamento e assoli del grande Oleg), la splendida suite "Sunken Dreams" e la semi-ballad "I Can't Believe It", con il loro piglio tecnico ma melodico, hanno il compito di far "tirare il fiato" all'ascoltatore regalando varietà e respiro alle composizioni. Inutile girarci intorno, se amate la band, andrete sul sicuro: ennesimo album riuscito che pone gli Eldritch al vertice del movimento prog/power metal italiano assieme ai Dgm.
Commenti