SILVER LAKE: Every Shape and Size
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17/08/2013Aspettavamo con molta curiosità il ritorno dei Silver Lake. Si dice che il secondo album sia quello più difficile: se anche in questo caso lo è stato, sicuramente all'ascolto questo non emerge. Anzi, quello che caratterizza 'Every Shape And Size' è l'estrema facilità di scrittura e una accessibilità fuori dall'ordinario. Tanto che se è vero che l'ispirazione dei Dream Theater è la base di tutto quello che è stato costruito qui e nell'omonimo album di debutto, altrettanto vera è la progressiva distanza che i Nostri stanno prendendo dai propri idoli. Il merito è di un gruppo che incanta con le sue fluidissime cavalcate di power progressivo, con intarsi di tastiere sempre efficaci che alternano -un po' come il resto degli strumenti- giri più canonici della tradizione prog meta ad altri più personali e vicini al power. Altro mattatore assoluto dell'album è il cantante Davide, che non si fa mancare nulla, tra intonazione e potenza, nonché un calore che spesso purtroppo manca nei dischi di altre band. Sentire come ci abbraccia nel ritornello di "Hold Me Close", vagamente alla Labyrinth, altra influenza dei Silver Lake. Non c'è prevedibilità, solo classe che è già molto sviluppata se consideriamo la giovane età discografica della band, che suonino qualcosa di più particolare (come in "Shaping The Scarlet Flame") oppure un roccioso power ultra-melodico (" Guardian Demon"). Non manca il tributo dei ragazzi ravennati al sound degli Angra, in ogni caso, è quando che si gioca con la melodia che accadono le cose più belle. "58" è dedicata al motociclista Marco Simoncelli (tragicamente scomparso in pista nel 2011) ed è ammantata di una grazia che disarma. Ancora qualche riff deve trovare la propria strada, nel senso che alcuni possiamo collocarli con troppa facilità in pezzi altrui, ma la caratura dell'album, vista anche la concorrenza attuale, non si mette in discussione.
Smithe40
18/04/2016, 17:32
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