EA: AU ELLAI
data
21/06/2010Rispetto ai precedenti due lavori questo cult act americano allegerisce il sound a favore di atmosfere messianiche, sacrali, ma ariose e melodiche, e concede più spazio alla chitarra ora più presente e funzionale alle composizioni. Sullo sfondo, invece, sempre le tastiere a dettare tempi e modi dei tre brani che si dilatano a più non posso senza cedere mai d'intensità grazie ad un comparto orchestrale che sferra assalti emozionali ora sinfonici, ora darkeggianti, ora più smaccatamente liturgici. Un percorso evolutivo che man mano prende forma e si discosta lentamente dai canoni funeral, quest'ultimo ormai presente ancora e soltanto espressamente nelle ritmiche rallentatissime e mortifere, e solo di striscio nell'incedere "cerimoniale" imposto dai tasti d'avorio. Ad ogni modo in "Au Ellai" si respira, i suoni lasciano intravedere ampi spiragli, e la vena sperimentale si fa sentire lungo tutta l'ora di un disco che emana bagliori mistici, misteriosi, che probabilmente fara storcere il naso ai fondamentalisti del genere, a chi ha apprezzato visceralmente le prime opere. Gli EA guardano avanti, provano ad andare oltre mettendosi sempre in gioco pur esprimendosi in ambiti essenzialmente "estremi". Probabile perderenno qualche fan, come probabile ne acquisteranno di nuovi: sintomo che la band ha creato qualcosa di veramente interessante.
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