URZA: The Omnipresence Of Loss
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16/05/2019Nella vita ci sono tre certezze: si nasce, si vive e si muore. Proprio su quest'ultima si muove il concept del disco d'esordio dei tedeschi Urza via Solitude Productions che non sposta di una virgola i canoni stilistici delle proprie produzioni. Diversamente dalla maggior parte delle formazioni funeral doom i teutonici partono dal death e non agiscono per sottrazione, ma mantengono una ritmica che non esula dai canonici tempi di batteria di stampo moviolistico; pur non brillando per melodie o cambi di marcia (questo il limite maggiore della band), danno predominanza alla potenza e alle parti soffocanti e claustrofobiche ottenute attraverso riff colossali, growl sepolcrali (imponente l'estensione baritonale del vocalist), e urla derivanti da inenarrabili sevizie perpetrate al malcapitato, che hanno come prima conseguenza il cambiamento di umore di chi ascolta; un repentino volgere verso la depressione. L'estrema lunghezza dei brani rende il disco oppressivo, annichilente e di difficile fruizione se non per gli aficionados del sottogenere. Only For dieharders.
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