APEM: 2
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10/02/2016Seconda prova sulla lunga distanza (dopo il demo di esordio) per questa misconosciuta e misteriosa band proveniente dalle glaciali lande sovietiche dato l'utilizzo del cirillico. Chitarre crushing lente, depressive, inesorabili (che riportano alla mente desolanti paesaggi di città devastate da fall out postatomici), ordite da un growling paragonabile al lamento di una mostruosa creatura morente; il ricorso al flauto e allo scacciapensieri (o marranzano - antico strumento a molla di origine siciliana) donano un tocco etnico, ma non dissipano la netta coltre di nebbia e l'aura opprimente che l'ascolto di queste sonorità induce. Tracce troppo lunghe (mai sotto i dieci minuti) ed involute rispetto alle idee che mettono in luce ("Metel" si differenzia dagli altri brani per quel suo avere una marcia in più), anche se perfettamente nei range del genere, non aggiungendo nulla di nuovo a quanto già fatto da Skepticism o Thergothon, anzi inducono al facile superamento di quella soglia di tolleranza oltre la quale si sfocia nella noia (in questo caso meglio usare il termine parangoscia = paranoia + angoscia), che nemmeno gli strumenti atipici aiutano a stemperare; chi si approccia a questo sound sa già quale sarà il suo destino.
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