STILL LIVING: Humanity
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13/11/2016Bando ai modernismi in casa Still living, interessantissima band proveniente dal Brasile. Ammetto di non aver mai sentito parlare di questo gruppo nonostante i nostri siano in giro ormai da qualche anno, e dopo vari demo e singoli arrivano ora alla fatidica prova del nove del secondo album. Prova superata alla grande in virtù di un'attitudine ottantiana fino al midollo, un cantato veramente notevole da parte di Renato Costa, ed un mix di tastiere e chitarre di ottima fattura con il guitar player Eduardo Holanda piu' volte sugli scudi come nelle incendiarie "Humanufactured" ( ci stanno tutti i Bon Jovi dentro), e "Way Back Home", dotate di fraseggi potenti stemperati da chorus ariosi e melodici. La parte del leone in questo album spetta ai cosidetti mid-tempo, l'opener "Flying High" ha tutto per piacere, pezzo clamoroso con un ritornello fantastico e ottimo arrangiamento. Piu' di una volta ascoltando l'album mi sono venuti in mente alcuni gruppi e singer nostrani, la voce che svetta fino in cielo in "Signs", AOR purissimo che ricorda tantissimo il nostro Michele Luppi, mentre nell' incontaminato Fm da classifica "Shelter" certi passaggi strumentali mi hanno riportato alla mente i bravissimi Myland. Per chiudere citazione d'obbligo per le ballate, risolte in maniera esemplare in virtù di un'attitudine melodica raramente così efficace in gruppi definiti emergenti. "You Remain Alive" (dotato di un commovente tocco blues), e soprattutto "Eyes" (intro pianistico per poi esplodere in una power ballad ammaliante), e la bonus track "Surrender" (stupendo lento in chiave acustica, questa volta), dove l'ugola di Costa offre prestazioni maiuscole. Alcune note stonate, pezzi piu' heavy oriented e riempitivi non riescono a ridurre la mia stima personale verso questi Still Living che, se supportati degnamente da un'etichetta importante, potranno sfondare come meritano in futuro a livello mondiale. Largo ai giovani che suonano AOR old-style!
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