DOKKEN: LONG WAY HOME
data
24/08/2003E rieccoli i Dokken... Inutile dire la trepidazione con la quale ho atteso questo nuovo capitolo di Don e soci, alfieri nel bene e nel male di un heavy-rock che pur evolutosi nel corso degli anni, ha sempre mantenuto uno stampo riconoscibile grazie all'apporto vocale del singer americano. Dicevamo della trepidazione... Dopo aver consultato il sito del mio negozio di dischi di fiducia , e vista la presenza in store dell'album, mi sono catapultato ad acquistare il tanto atteso cd. Accompagnato da un'attesa spasmodica tipica del bambino che attende il Natale per aprire i regali, compio il mio viaggio in treno per tornare a casa carico di mille domande, speranze e aspettative; d'altronde la presenza di John Norum non poteva che far sperare per il meglio, anche se a dire la verità temevo in piccola parte per il vuoto lasciato da Jeff Pilson, sostituito al basso da Barry Sparks. Finalmente arrivo a casa, pongo subito il cd nel lettore e mi avvio in questo nuovo viaggio targato Dokken. Cosa dire... Il cd non è poi tanto male, ma forse è proprio questo il punto; siamo ai livelli di "Erase The Slate" o giù di lì, con una grande ballad come "Goodbye My Friend" a fare le veci di "In Your Honor", anche se salta subito all'occhio la mancanza di un pezzo da novanta come "Change The World". Finisce il cd, e capisco che forse molti avevano ragione nel dire che la magia dei Dokken se n'è andata con gli anni '80, immortalata da quel live acustico intitolato "One Live Night" uscito verso la fine dei 90's, il tutto per lasciare il posto ad un nuovo corso sì buono ma lontano da quei fasti antichi che hanno fatto grande il nome dei Dokken. Intendiamoci bene, il cd non è male, si fa apprezzare pressoché tutto senza grosse sbavature, ma è naturale che non ha niente a che fare con il grande album cresciuto nella mia immaginazione e che ha tenuto vive le mie attese per ben 4 mesi, ovvero da quando seppi che la Sanctuary records si sarebbe accollata il lancio del nuovo lavoro di Don e soci. Nel cd ce n'è un po' per tutti i gusti, dalle ballads malinconiche ai pezzi più Dokkeniani, manca solo quel tocco di magia che ha accompagnato le releases edite negli 80's. Alla fine un voto più che sufficiente per questo nuovo lavoro, ed un nostalgico addio a pietre miliari del rock come "Tooth And Nail", "Under Lock And Key" e "Back For The Attack"...
Commenti