DEICIDE: THE STENCH OF REDEMPTION
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01/09/2006Alzi la mano chi riteneva i Deicide una band ormai spacciata dopo la dipartita dei fratelli Hoffman. Tante mani alzate eh (la mia compresa, ovviamente)? E dire che “Scars Of The Crucifix” del 2004 aveva risollevato, e non di poco!, le quotazioni dei floridiani dopo un filotto di album a dir poco imbarazzante tra cui meritano doverosa citazione gli orripilanti “Insineratehymn” e “In Torment In Hell”. Il problema è che l’atmosfera post-“Scars” faceva presagire confusione, incertezza, tour annullati e via discorrendo. Quindi via gli elementi di disturbo (gli Hoffman) e dentro due chitarristi del calibro di Ralph Santolla e Jack Owen; due signori chitarristi, tra l’altro, ma che ben poco hanno in comune con i loro predecessori. Ma dopo aver ascoltato ripetutamente “The Stench Of Redemption” possiamo dire non solo che i Deicide sono tornati a splendere come negli anni d’oro dei mid-nineties ma pure che i nuovi acquisti alle sei corde hanno dato almeno una marcia in più alla macchina da guerra capeggiata da Benton. L’aggressività, la brutalità tout court che è sempre stata trademark della band sono rimaste invariate, e fin qui nessun dubbio. Il vero passo avanti è sicuramente l’introduzione massiccia di passaggi e digressioni melodiche, soprattutto negli assoli ipertecnici e magistrali di Santolla e, in misura minore, di Owen. Oltre a portare una ventata di freschezza e di ‘catchy factor’ la dinamicità dei nuovi pezzi li rende assolutamente irresistibili sia per i fan più integerrimi che per dei papabili neofiti; la title-track che apre il lavoro, “Death To Jesus”, le due perle “Homage For Satan” e “Crucified For The Innocence”, o ancora la conclusiva ed oscura “The Lord’s Sedition”, tutti brani che restituiscono una band di nuova padrona della retta via e di nuovo in possesso di armi affilatissime che fanno male. Molto male.
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