DEICIDE: Overtures Of Blasphemy
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27/11/2018Ammettiamo di non essere neutrali: chi vi scrive è un fan sfegatato di Benton e company. Cosa tutt’altro che facile se conoscete le intemperanze dell’uomo con la croce invertita marchiata, gli alti e i bassi della band etc. Eppure, il rischio di tirar fuori il fan bimbominkia sepolto sotto una spessa corazza di borioso recensore qui è molto alto soprattutto in luce alle vergognose opinioni espresse da spocchiosi “critici” che non riconoscerebbero un disco death metal decente nemmeno se glielo si mettesse sotto il naso. Ok, ‘Overtures...’ non è il nuovo ‘Legion’, nessun album dei Deicide lo è mai stato e probabilmente mai lo sarà. Non perdiamo troppo tempo a soffermarci sui pezzi, i due nuovi axe-man non si allontanano troppo dallo stile degli Hoffman, ma con una marcia in più. Anzi, un paio, dai. Non funzionano come Owen e Santolla (RIP), ma meglio di quel precisino di Quirion e sostituti vari. L’atmosfera è quella degli ultimi album, una versione più sporca delle atmosfere di ‘Stench...’, che si regge su melodie facili e riff essenziali. Il tutto scorre bene e diverte. Si scapoccia e si sorride. Momenti come “Excommunicated” riportano alle atmosfere anni '90, ma per il resto i Deicide di oggi si limitano a far bene il proprio mestiere, senza aggiungere null’altro (“Defying the Sacred”); divertono, ma non sconvolgono. E’ proprio questo il punto della questione: se un disco di sano death metal alla vecchia maniera non è più sufficiente, allora cosa è successo al metal? Cosa ci aspettiamo? Per quanto concerne il sottoscritto, dai Deicide non ci si può aspettare altro che un disco di genuino e blasfemissimo death floridiano, nulla che cambi le carte in tavola o riempa arene. E i Deicide lo fanno benissimo.
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