CULT OF LUNA: SOMEWHERE ALONG THE HIGHWAY
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29/11/2006Quarto disco per i Cult Of Luna, band in costante crescita che con questo nuovo lavoro mette a segno un punto importante, se non fondamentale, in fatto di evoluzione propria. Ormai si fa già fatica a parlare di post-core quando in occasioni come queste ti ritrovi ad ascoltare vere e proprie dilatazioni e progressioni, un afflato emozionale che prende ispirazione dalla psichedelia, ed una rozzezza sonora assai prossima ai seventies. Un lento incedere "doomesque" apparentemente senza nessuna meta, a tratti malinconico, in altri mastodontico ma pur sempre cadenzato ed a nervi scoperti. Come per filtrare tutta l'aria che c'è intorno. Trasognante come il brano d'apertura, "Marching To The Heartbeats". Come la conclusiva "Dark City, Dead Man", brano emblematico, quando le distorsioni si fanno sentire in tutta la loro tensione. Inutile stare a scovare punti di riferimento quando un brano inizia e non sai cosa ti porterà, nè dove, quando giunti alla fine del viaggio ti rendi conto che il tempo trascorso è stato relativamente breve nonostante l'ora ed oltre di durata racchiusa in sole sette canzoni. Perchè "Somewhere Along The Highway" è un disco atmosferico, cupo, evocativo, con lo screaming che squarcia, apre in due queste visioni e le divora passo-passo per poi digerirle nei momenti riflessivi. Una introspezione suggestiva che ti prende la testa ed il petto e ne fa quello che vuole, ti porta dove vuole, ti consuma, ti sbatte davanti paesaggi immobili, istantanee che immortalano scenari, soggetti e distese sfuocate dove regnano colori spenti, lontani. Sbiaditi. Spettrali. Ed in questo i Cult Of Luna trovano una dimensione ideale in cui potersi esprimere registrando molto probabilmente il loro disco migliore, tra i più affascinanti dell'annata ancora in corso.
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