CULT OF LUNA: The Raging River
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01/04/2021E’ diventato veramente difficile recensire un nuovo lavoro dei Cult Of Luna senza scadere nella ripetizione delle stesse cose scrtte e riscritte, cercheremo di non fare gli stessi errori del passato. Assieme a Neurosis e Isis sono stati i precursori del postcore (questo mi sembra che l’avevamo detto o letto da qualche parte); già dal precedente ‘A Dawn To Fear’ avevano progressivamente abbandonato le divagazioni kraut rock di ‘Vertikal’ a favore di un ritorno agli antichi fasti giovanili caratterizzati dal postcore brutale di ‘Beyond’ e ‘Salvation’, influenzato dall’industrial di matrice Swans (anche questo lo avevamo detto). Ciò che ci ha spiazzato è la collaborazione con Mark Lanegan, quanto di più distante dalla proposta dei nordici, infatti la traccia che ne è venuta fuori "Inside Of A Dream", dal flavor notturno e desertico nel suo incedere acustico, non ha destato più di tanto la nostra attenzione, ma è decisamente valida per conciliare il sonno. E’ umanamente impossibile rimanere impassibili di fronte al mastodontico maelstrom di devastazione che propongono in: “I Remember” con i suoi crescendo e diminuendo post rock e la voce da squartato vivo (già detto); "Three Bridges" con i nefasti presagi di imminente apocalisse (l’avevamo detto), le fughe spaziali di "What I Leave Behind" e le divagazioni kraut di "Wave After Wave" (anche questo lo avevamo detto). Da tenere in considerazione che nonostante la durata media dei brani non scenda quasi mai sotto gli otto minuti, non si percepisce la sensazione della noia grazie ad un continuo divenire di soluzioni cangianti. Nel cercare di evitare i luoghi comuni abbiamo fallito ma di certo non abbiamo sbagliato a dare credito agli scandinavi che anche stavolta non ci hanno deluso, tutt’altro. Fidatevi ad orecchie chiuse.
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