CULT OF LUNA: A Dawn To Fear
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22/11/2019Per celebrare il ventennale di carriera, gli svedesi (a libro paga dello stato scandinavo in qualità di artisti) pubblicano l'ottavo lavoro sulla lunga distanza che li vede tornare agli antichi fasti (il postcore brutale) dopo aver flirtato col kraut rock di 'Vertikal' e la collaborazione con Julie Christmas in 'Mariner', caratterizzata da un armonizzazione delle voci stridenti tra esse. Ciò che stavolta risalta all'orecchio, oltre ad una ritrovata forza distruttrice di formamentis giovanile, è la commistione del postcore con una forma di industrial swansiano - "Nightwalker" - ed una serie di passaggi di tastiere sinistre alternate ad un organo di stampo ecclesiale che dona un tono liturgico/orchestrale; ad aleggiare sul tutto un maggiore senso di minaccia rispetto alle ultime prove in studio e tracce post rock come "A Dawn To Fear" e "Lights On The Hill", che danno vita a brani dalla lunghezza media di non meno di dieci minuti senza che facciano mai scendere la qualità e l'intensità degli stessi. Hanno saputo dosare potenza, songwriting e pause riflessive che fanno riposare le orecchie "We Feel The End" prima del successivo assalto sonico. Tempesta e quiete.
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