CREMATORY: REVOLUTION
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27/03/2005Prendete i Crematory, gruppo tedesco che era partito agli inizi degli anni '90 sulla scia dei Paradise Lost con un album che era per metà death metal e per l'altra metà gothic, e dategli una decina d'anni di vita. Dopo vari album pubblicati, alcuni molto buoni, altri un po' meno fortunati, siamo arrivati all'ottavo album in studio, per la Nuclear Blast, potente label teutonica che ha avuto sempre un occhio di riguardo per questo gruppo. Prendete un gruppo con un monicker come Crematory, con un growler che non sfigurerebbe in un gruppo death/gore e schiaffategli addosso elettronica a volontà, parti melodicamente debitrici al gothic, ritornelli molto orecchiabili e ruffiani quanto basta, ed ecco che come risultato otteniamo 'Revolution', l'album della ri-nascita dei Crematory, dopo lo scioglimento del 2001. Analizziamo un po' le canzoni: "Tick Tack" con la sua parte principale che non avrebbe sfigurato in una compilation techno/house, "Human Blood" con i suoi giri di chitarra ultra bassa, in perfetto nu-style, "Revolution" e "Greed" (fra l'altro singolo) con i loro ritmi cybernetici, che sembrano aver catturato le atmosfere tanto care ai primi Fear Factory nelle ritmiche e nelle varie parti elettroniche (merito quasi al 100% della tastierista Katrin), e si potrebbe andare avanti analizzando anche le altre composizioni del lotto, peraltro perfettamente prodotte e registrate, con un occhio di riguardo ai testi, mai semplici accompagnamenti alle musiche. I Crematory sono sempre stati un gruppo in evoluzione, magari non troppo evidente, ma sempre presente, e questo ve lo posso assicurare visto che li seguo dall'inizio. Quello che mi preme dire a riguardo di questo album, è che se al primo ascolto può sembrare un po' strano e spiazzare non più di un'ascoltatore (anche a me capitò a dire la verità), dopo un po' di ascolti riesce ad accattivarsi i favori, viste le sue dinamiche potenti, il suo taglio moderno e le sue melodie mai ripetitive, ma allo stesso tempo sempre vincenti, tutto sta a possedere la cosiddetta "apertura mentale", qualità veramente rara al giorno d'oggi...
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