CREMATORY: PRAY
data
13/02/2008
Uno dei miei diletti favoriti è leggere qua e là le recensioni ad opera di novellini pisquani che si improvvisano recensori, il più delle volte scampandola bene scopiazzando e rimaneggiando ciò che trovano in rete. Altre volte no. Dico ciò perché finora a riguardo di questo nuovo album dei Crematory ho letto solamente grandi baggianate! Dopo quasi vent'anni sulle scene i Crematory hanno percorso diversi sentieri all'interno del metal: death/doom, gothic e industrial, per poi ritornare al primo vero amore di sempre, quel gothic metal inteso nella sua forma più completa e meno ruffiana, quella sempre portata avanti più o meno efficacemente dal gruppo tedesco in album magistrali come ad esempio 'Illusions' (1996). 'Pray' questo il titolo del nuovo album unisce riffoni granitici di chitarra e l'ugola cavernosa di Felix alle melodie delle tastiere e della voce di Matthias, la vera carta vincente dei Crematory di questi ultimi tre album per lo meno. Se è vero che i primi amori sono sempre quelli più forti, anche in campo di influenze siamo sulla stessa lunghezza d'onda: in questo platter i Crematory dimostrano ancora una volta il proprio tributo ad un gruppo come (gli ultimi) Paradise Lost, ovviamente con le dovute misure senza togliere niente a nessuno. 'Pray' ovviamente non è solo questo, ma una sorta di summa tecnica e sonora di tutto quello che i Crematory hanno rappresentato in tutti questi anni, forse non l'album migliore della discografia, sicuramente il più completo a livello di contenuti. Questa volta il cantato ritorna in inglese (meno male) e si raggiungono vette qualitative paurose, in senso buono, laddove molti altri gruppi ben più blasonati si accontentano di "fare bene". 100% sound teutonico, roccioso e mascolino quanto basta, il nuovo parto dei Crematory si dimostra un ottimo inizio di 2008.
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