CHRISS, ANDERS: Volatility
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08/07/2010Dopo sette anni passati in Cina a suonare in rock club, festival di jazz e qualche altro anno trascorso a fare da songwriter a diverse rock bands della scena di Gothenburg, il chitarrista svedese Anders Chriss si concede con questo 'Volatility' una pausa interamente solista. Pubblicizzato come alternative/indie rock, il genere suonato dal polistrumentista è invece un rock che si poggia totalmente sull’elettronica. Voce calda, carismatica, chitarra tra l’acustico e l’elettrico ben effettata, e poi un tappeto di tastiere, percussioni elettroniche, synth bass a segnare le coordinate di un album che guarda chiaramente all’ultimo Chriss Cornell (quello del danzereccio 'Scream' prodotto da quel simpatico prezzemolone e creatore di bit che risponde al nome di Timbaland), senza disdegnare qualche inflessione più alla Radiohead ("Don’t Tell Me" è fin troppo esagerata in tal senso). Si parte più acustici con il singolo "The One", ma già la successiva, pur nel giro malinconico della chitarra, ha una base house e l’album prosegue tra arpeggi più riflessivi con l’acustica e riff con l’elettrica, il tutto cucito sull’elettronica e scandito dalla pastosa voce di Chriss che bene si presta all’umore generale di un lavoro molto mainstream e davvero poco indie. L’amatoriale artwork, probabilmente opera dello stesso tuttofare chitarrista/autore, potrebbe influire negativamente sull’acquisto di un debut nato sotto una buona stella, orgogliosamente popolare, ma non per questo pacchiano.
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