Draconian: Where Lovers Mourn
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06/07/2009Debutto discografico per gli svedesi Draconian che, dopo aver affrontato una lunga, estenuante ma estremamente utile gavetta a suon di demo e promo, finalmente riescono a presentarsi al grande pubblico con un lavoro che, grazie alla miscela di gothic e doom di ottima fattura che alterna parti decisamente classiche ad altre estremamente più innovative, riesce ad essere molto interessante senza però risultare mai noioso e scontato. Un lavoro prodotto in maniera, finalmente, egregia sotto l’aspetto musicale, del mixaggio ma soprattutto sotto l’aspetto grafico. L’album si apre sulle note di "The Cry Of Silence", brano caratterizzato dall’atmosfera cupa e criptica creata dalla tastiera del diabolico Anders Karlsson che crea un autentico tappeto sonoro per l’irrompere della voce growl e della pungente ma al tempo stesso dolce voce femminile. Il ritmo aumenta decisamente con la veloce e coinvolgente "Silent Winter", grazie all’alchemica alternanza di cori femminili lirici e voce growl che sembra quasi posseduta da qualche entità malefica. Un brano che potrebbe senza alcun problema essere una colonna sonora di un film horror. Gli amanti del genere gothic potranno deliziare le proprie orecchie ascoltando brani del calibro di "A Slumber Did My Spirit Seal" e "Reversio at Secessum", tracce in cui la voce femminile, grazie al suo essere al tempo stesso angelica e demoniaca, fa letteralmente accapponare la pelle; senza però dimenticare le ottime ambientazioni cupe e claustrofobiche create dalle parti di tastiera. Citazione a parte meritano "The Solitude", brano dall’andamento altamente riflessivo, cupo e lento e dall’intenso e chiaro sapore medievale che rasenta molte volte i canoni classici del doom e la stupefacente "Akherousia", un brano a dir poco stupendo caratterizzato da una voce calda, estremamente dolce ed incredibilmente sognante. Un vero e proprio viaggio verso periodi popolati da affascinanti dame e da valorosi cavalieri. Per concludere posso solo dire che siamo di fronte ad un ottimo album di gothic/doom che riesce sempre ad evitare di scadere nel banale o nel già sentito. Speriamo solo che la band riesca a proseguire su questa strada o, meglio ancora, a migliorarsi.
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