Cathedral: Endtyme
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25/06/2009Prima di iniziare la recensione di questa ennesima fatica discografica dei britannici Cathedral vorrei mettere subito in chiaro una cosa: chiunque cominci ad ascoltarlo non potrà fare a meno di cercare di metterlo in parallelo con le precedenti produzioni della band. Ma era proprio qui che volevo arrivare: questo album non può neanche lontanamente essere paragonato alle precedenti produzioni in quanto alla sua base c’è il desiderio, da parte della band, di compiere un vero e proprio viaggio nel passato alla riscoperta delle proprie origini tremendamente doom. In esso è facilmente individuabile una vena vagamente malinconica, l'atmosfera cupa ed opprimente che da sempre è stato il loro trade mark. Con questo gioiello di solo, incommensurabile ed inossidabile doom i Cathedral riacquistano la loro vera identità ripescando le sonorità indimenticabili che avevano caratterizzato le loro prime produzioni ma al tempo stesso dilatandole a dismisura grazie ad una produzione grezza ma anche altamente nitida. Sin dalle prime note la mente dell’ascoltatore sarà letteralmente infestata dall’alchemica miscela di melodie e riff lenti e pesanti come macigni; per farsene un’idea basta ascoltare "Cathedral Flames", un intro fortemente sulfureo e "Melancholy Emperor", anche se riuscire ad estrarre dei brani superiori agli altri in un album di questo genere è praticamente impossibile, dato che tutte le tracce sono un continuum di emozioni, malvagità e tecnica allo stato puro. Per concludere posso solo dire che, con questo prodotto, i Cathedral hanno ripreso la loro strada ed hanno voluto ribadire chiaramente l'intenzione di mantenere il loro ruolo nel novero della scena doom metal mondiale.
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