CANDLEMASS: PSALM FOR THE DEAD
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04/07/2012'Psalms For The Dead' rappresenta il capitolo finale della storia dei Candlemass. La storica e fondamentale band svedese pone fine all'attività artistica consegnandoci un album che certo non rappresenta il meglio di quanto potesse comporre - già il precedente 'Death Doom Magic' gli è superiore - ma possiamo senza dubbio definirlo come un disco sincero ed ispirato. Volendo fare i lagnosi d'occasione, ci sarebbe piaciuto vedere Messiah Marcolin dietro al microfono per questo ultimo atto, anche se come già nel precedente lavoro Robert Lowe non fa rimpinagere il singer di origini venete - quanto meno in tutto tranne che nell'oscuro magnetismo concupiscente che solo l'ugola di Messiah riesce ad infondere ai brani. Un capitolo finale con cui i nostri mostrano di più i denti, indirizzando le composizioni verso uno sitle più diretto e classico che non il tipico heavy doom ancorato a ritmiche cadenzate e tombali come da manuale. Da questo punto di vista Leif Edling sembra volere quasi ringraziare chi da sempre lo ispira, pur non tradendo i punti fermi che hanno reso grande lo stile e le sonorità del gruppo: l'hammond a dir poco onnipresente riveste i brani di quell'aura settaniana che ben si plasma nelle strutture cupe ed epiche dell'album, scintilla conclusiva priva di luce che contribuisce ad illuminare di nero una carriera pregna di attitudine e passione che da trent'anni ci violenta brillantemente neuroni e recettori sensoriali. Cosa che accade ancora una volta con pezzoni come "Siren Song", "The Light Of Thebe" e The Killing Of The Sun", manifestazione massima del talento indiscutibile del bassista scandinavo. Quindi si, i Candlemass ci salutano - almeno per quanto concerne le uscite discografiche - e 'Psalms For The Dead' rappresenta anche l'addio di Lowe dato che la band andrà in tour con Mats Leven alla voce, oltre alla consueta imponente maestosità di un sound immortale, rivisto e ricodificato passato alla storia.
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