Buffalo Grillz: Grind Canyon
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17/05/2010Anni fa si vociferava di una all-stars band del circuito underground italico. A distanza di qualche anno circa mi ritrovo ad ascoltare il debutto di questi quattro pazzi, ognuno facente parte di una realtà estrema totalmente differente. Alla voce troviamo Enrico Giannone, già in forza nei storici Undertakers, alla chitarra c’è Cinghio dei The Orange Man Theory (curioso ascoltarlo in questa veste, è un ottimo riffmaker!), al basso Gux degli Tsubo, e per finire alla batteria Mastino dei Dr. Gore. 'Grind Canyon' è il perfetto equilibrio tra violenza senza compromessi e irriverenza, tant’è che i titoli dei brani, il booklet, e il concept che sorregge la band, nella sua interezza, è tutto un tributo alla sfacciataggine, all’humour, e alla vita presa alla leggera, senza troppi pensieri. Ventinove minuti in cui la musica però si fa veramente brutale, grazie anche al missaggio da parte di Scott Hull (se non sapete chi è SPARITE), che rende i suoni taglienti, netti. Geniale l’idea della trilogia sulla vita (nonostante potrà sembrare un pò sciocca per molti, alla fine rende molto l’idea, ascoltare per credere), grandissima prestazione di tutti i musicisti, in primis del batterista, che in questo nuova band (non side-project) può mostrarsi più versatile. Le parti in blast sono ben definite e accompagnate da passaggi sempre veloci, ma anche dispersi sugli altri pezzi del drumkit: la titletrack dice tutto riguardo ciò. Sound (e non solo) per certi versi assimilabile ai Muculords, anche se mentre questi ultimi tendono a legare il grindcore con altri elementi (sempre però in chiave ironica-umoristica), i Buffalo Grillz si mantengono su territori grind più classici, soprattutto Nasum e Napalm Death. Questa è una grande band, mi aspetto ottime cose per il futuro sperando che i membri riescano a conciliare gli impegni che hanno.
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